La Terra è di nuovo in pericolo con l’incombente arrivo dal minaccioso esopianeta Cybertron guidato dalla sua creatrice Quintessa. Gli Autobot dovranno darsi da fare per salvare ancora l’umanità, sfruttando l’antica alleanza tra i cavalieri Prime e i coraggiosi cavalieri della Tavola rotonda…

L’ultima volta avevamo lasciato gli Autobot nel mezzo di una Hong-Kong semidistrutta, dopo il tremendo scontro con i soliti Decepticon e con – novità – i misteriosi “creatori”. E avevamo visto il leader Optimus Prime volare alla loro ricerca per chiudere i conti. Tre anni dopo, sulla Terra tutti i robot sono ricercati dalla TRF (Transformers Reaction Force), una forza speciale governativa con lo scopo di eliminare tutti i Transformers, a prescindere dalla fazione d’appartenenza. Cade Yeager (Mark Wahlberg), l’inventore protagonista dello scorso capitolo della saga, si è dato alla macchia insieme agli Autobot rimasti sul pianeta e assiste al continuo arrivo di robot dallo spazio. Il motivo è che il pianeta originario dei Transformers, Cybertron, guidato dalla spietata creatrice Quintessa, sta per piombare letteralmente sulla Terra per prosciugarne l’energia. E se non bastasse, tutto ciò avviene parallelamente alla scoperta che i Transformers giunsero sul pianeta già dal Medioevo, stringendo un’alleanza con i cavalieri della Tavola Rotonda per proteggere la Terra e che Cade Yaeger è il prescelto, insieme alla professoressa inglese Viviane Wembley (Laura Haddock) e al conte Edomond Burton (Anthony Hopkins), per salvare ancora l’umanità…

Re Artù, robottoni, Mago Merlino, cavalieri della Tavola Rotonda e scontro di civiltà. sono solo alcuni degli ingredienti dell’ultimo “polpettone” della saga Transformers, firmata come sempre da Michael Bay. Uno spettacolo per gli occhi, ma all’interno di un delirio cinematografico che sembra aggrovigliare la trama di una saga che è ormai già estremamente intricata, soprattutto dopo il capitolo 4. In due ore e mezza vengono messi sul piatto una quantità di accadimenti e di potenziali sviluppi narrativi da far girare la testa, accompagnati da una commistione di generi e stili troppo eterogenei: a tratti sembra di assistere a una versione “robotica” del Codice Da Vinci o a un kolossal sci-fi. Ma quando nella stessa pellicola scorrono sotto gli occhi Mago Merlino, Transformers contro i nazisti e dinosauri robot (già presenti nell’ultimo capitolo), significa che qualcosa sta sfuggendo dalle mani del regista e degli sceneggiatori.

Forse il film sarebbe potuto essere suddiviso meglio: l’inizio e la fine sono ricchi di scene spettacolari e molto godibili (memorabili soprattutto il combattimento tra Bumblebee e la TRF all’inizio e la battaglia finale), che è quello che, alla fine, si desidera da prodotti di questo tipo, mentre nel mezzo viene tutto reso confuso dalle molte sottotrame. Snellendo la sceneggiatura e approfondendo un solo tema (magari quello della leggenda dei cavalieri Prime e dei Creatori) per spiegare bene alcuni particolari della storia Transformers, questo lavoro sarebbe stato di gran lunga migliore, visto anche l’ottimo cast poco sfruttato; e nell’ottica del futuro cinematic universe della Hasbro (casa produttrice di giocattoli e “proprietaria” del merchandising dei Tranformers, G. I. Joe e M.A.S.K.), a cui la Paramount sta pensando, servirebbe un lavoro di razionalizzazione e riordino narrativo consistente.

I super fan della saga non rimarranno delusi, ma nemmeno usciranno dalla sala entusiasti, mentre gli amanti del trash troveranno pane per i loro denti.

Alessandro Giuntini