,Il quarto episodio della saga dei Transformers segue cronologicamente la fine del terzo capitolo: la grande guerra di Chicago è alle spalle, l’umanità cerca di ricomporsi dando la caccia indistintamente a tutti i Transformers. Un anonimo meccanico texano trova in un vecchio cinema abbandonato (luogo di frecciatine autoironiche contro l’uso eccessivo di “sequel” al cinema e della tecnologia Imax) un camion malandato. Cercando di sistemarlo si imbatterà in una vicenda più grande di lui, dove anche la figlia e l’aitante fidanzato verranno catapultati: una spregiudicata società che ha scoperto il sacro Graal della mutazione meccanica resuscita i vecchi Deception e dà la caccia a Optimus Prime mentre un cacciatore di teste aliene plana sul Pianeta Terra con intenti tutt’altro che amichevoli, mentre dal passato risorgono mostruosi dinosauri robot. ,Diciamolo subito: la trama, eccessivamente complessa e spalmata su quasi tre ore di film, è solo il pretesto per mostrare muscoli e pistoni, armi e macchine di ogni foggia e modello, fughe, scontri, fuoco e fiamme, mischiando le carte fin troppo, tanto da non capire più chi sono i buoni e i cattivi. Fatta tabula rasa del vecchio cast, entrano in scena le facce giuste di Mark Wahlberg e Stanley Tucci, accompagnati da un supporting cast piuttosto insignificante. Ma quello che conta è una produzione di effetti speciali e sequenze action di altissimo livello, che non possono non incontrare il gradimento degli amanti del genere. Oltretutto collocate in location di notevole impatto: le praterie del Texas, un’emozionante Monument Valley che vale il prezzo del biglietto, le caotiche metropoli cinesi. Elementi di pregio che rischiano di perdersi in un film dall’inspiegabile durata extra large. ,Pietro Sincich,