A metà tra il film di denuncia e il romanzo di formazione, This is England dell’inglese Shane Meadows riesce a rendere con brutale efficacia le sensazioni e le aspirazioni di un ragazzino che vive in un piccolo paese sul mare in Inghilterra. Solo, figlio di madre vedova (il padre militare è morto nella guerra delle Falkland, e proprio in quel periodo è ambientata la storia), Shaun non ha amici e a scuola è vittima delle prepotenze dei bulli. Ma un pomeriggio incontra il ventenne Woody e la sua banda di skinheads. Meno pericolosi di quanto sembrino, i ragazzi diventano per Shaun una compagnia che lo fa sentire meno solo, gli offre inconsapevolmente quel modello maschile perduto con la morte del padre e si guadagnano anche la fiducia della mamma di Shaun. Al di là dei tatuaggi e delle teste rasate, il massimo della trasgressione della banda di skinheads (nella quale c’è anche un ragazzo di colore) sembra andare in giro di qua e là, bere il tè in qualche cafeteria o vandalizzare edifici abbandonati. Shaun è orgoglioso della sua divisa (camicia a scacchi, jeans aderenti, bretelle e testa rasata), si è conquistato il rispetto anche a scuola e ha iniziato anche una specie di relazione con una ragazza dall’aspetto dark, più grande di lui. Al gruppo però d’improvviso si aggiunge Combo, appena uscito dopo tre anni di galera, con evidenti idee neonaziste. Combo farnetica contro gli immigrati e sulla guerra delle Falkland e cerca di portare il gruppo verso le idee del Fronte Nazionale. Woody, la sua ragazza e altri non lo seguono, ma Shaun ne è affascinato, al punto da seguirlo a una riunione del partito. Ovviamente il carattere violento di Combo si manifesterà ben presto, e anche nei confronti del gruppo. Il film è ambientato quasi trent’anni fa in Inghilterra, ma le condizioni di Shaun (povertà, assenza di un padre, violenza) potrebbero riferirsi anche a molte delle nostre periferie: Shaun, come molti altri ragazzini, cerca un gruppo che lo accolga, che lo faccia sentire parte di qualcosa, non importa se con la testa rasata o dei tatuaggi (ma dipingere gli skinheads come un gruppo di innocui ragazzotti pecca forse di superficialità). Nonostante qualche scena possa disturbare This is England rende efficacemente come un qualunque ragazzino timido e innocente possa essere plagiato e incitato all’odio. Ma “Questa è l’Inghilterra”, come recita il titolo: un paese a cui evidentemente non può bastare la sconfitta in battaglia di un avversario come l’Argentina per dirsi vittorioso.,Beppe Musicco