David Spritz è il ‘weatherman’, l’uomo delle previsioni del tempo di un’emittente televisiva di Chicago. Il lavoro non è male: guadagna molto, lavora solo due ore al giorno, non ha neanche dovuto studiare per diventare meteorologo; semplicemente legge quello che altri scrivono per lui. Ogni tanto qualcuno per strada, evidentemente scontento delle previsioni, gli tira addosso qualcosa: un frappè, un hamburger, degli avanzi da fast food, che Dave interpreta come spirito dei tempi della società dei consumi. La sua vita va male. È divorziato, i suoi figli hanno problemi (la figlia è grassa e goffa e i compagni la scherniscono, il figlio viene insidiato dal suo psicologo) e non ha un buon rapporto col padre (Michael Caine), un famoso scrittore la cui statura professionale e morale lo sovrasta. “The Weatherman” è un film su un eroe tragico interpretato da Nicholas Cage, forse in una delle sue migliori interpretazioni. La particolarità è che è la tragedia di un uomo ridicolo. David Spritz è un frustrato, depresso, arrabbiato che incolpa il mondo delle sue disgrazie. Vorrebbe tornare con la moglie da cui ha divorziato, ma i suoi gesti lo rendono ancora più odioso agli occhi di lei. Vorrebbe acquistare meriti di fronte a suo padre ma riesce solo a far vedere di essere un genitore disattento e un figlio poco affettuoso. Gli viene offerto un lavoro ancora meglio remunerato, ma sempre senza alcun merito: continuerà a essere un ‘weatherman’. Incolpa tutti delle sue disgrazie ma non vuole ammettere di essere la causa di molti dei suoi mali. In una significativa scena del film Dave dice al padre che vorrebbe tornare con la ex moglie e il padre gli chiede perché non abbia lottato prima per evitare il divorzio. Dave risponde che al tempo stare con la moglie era troppo difficile, al che il padre gli domanda “sai che la cosa più difficile da fare e quella più giusta di solito sono la stessa cosa?” e aggiunge “la parola ‘facile’ non fa parte della vita di un adulto”. “The Weatherman” è un film che non mette di buon umore, anche se ogni tanto ci sono alcune scene divertenti; è un film triste, ma non deprimente, forse anche perché non si può che provare compassione per uno così.,Beppe Musicco