Deludente ritorno sul grande schermo di un mostro sacro del cinema di genere, una lunga carriera di soli capolavori o quasi, dal capitolo apripista della longeva serie di Halloween, a The Fog, al magnifico e profetico 1981 – Fuga da New York, alla fantascienza low budget di Essi vivono. John Carpenter ritorna dopo diversi anni al cinema dal suo unico film girato negli anni 00, il trascurabile western fantascientifico Fantasmi su Marte, segnato da una malattia che ha, con ogni probabilità, condizionato il suo lavoro. Fatto sta che il suo The Ward è un film decisamente minore. Budget risicatissimo – lo si vede nella quasi totale assenza di esterni, nel cast ridotto all'osso e in un comparto tecnico (luci, montaggio, scenografie) molto sacrificato – per un thriller molto classico nell'impostazione, giocato per gran parte sugli ingredienti tipici del genere: suspense e sorpresa, ambientazioni malsane e claustrofobiche. Se in qualche aspetto si ritrova la mano del grande regista de La cosa (l'uso insistito della colonna sonora, una bella sequenza sotto la doccia, il realismo in generale dell'ambientazione, alcune sequenze che ricalcano Il corridoio della paura di Samuel Fuller). Le svolte accadono quando te l'aspetti, la tensione non si mantiene sempre altissima e, quel che è peggio, la scena madre del finale è tanto prevedibile narrativamente quanto debole dal punto di vista cinematografico. Insomma, si naviga a vista per quello che poteva essere un onesto e solido B-movie e invece il film si riduce, anche per la modestia della sceneggiatura firmata da Michael e Shawn Rasmussen, a una scialba fotocopia di uno Scorsese minore. Speriamo di no, ma ci sembra il canto del cigno di un regista che in tanti anni di inattività ha perso di vista il gusto del pubblico, che difficilmente premierà al botteghino The Ward, e che, col passare degli anni, ha pure perso la mano, lo sguardo e forse smarrito il proprio talento.,Simone Fortunato