The King’s Man – Le origini racconta di una pericolosa setta segreta che si è infiltrata nelle cancellerie europee di inizio 900 per scatenare la Prima Guerra Mondiale. Intanto il duca di Oxford, rimasto vedovo e votato alla causa della pace, insieme ai suoi collaboratori, cerca di evitare il conflitto e che il suo unico figlio Conrad parta per il fronte…

Prequel di Kingsman – Secret Service (2014) e di Kingsman – Il cerchio d’oro (2017), The King’s Man – Le origini è diretto ancora da Matthew Vaughn e racconta di come sia nata la famosa agenzia segreta protagonista degli altri due film. Con una certa leggerezza di toni e atmosfere, il regista ricostruisce, inserendo elementi di fantasia, le cause che hanno portato al primo conflitto mondiale immaginando una setta segreta che avrebbe fomentato il re inglese Giorgio VI, lo zar Nicola II e il kaiser tedesco Guglielmo II (tutti impersonati da  Tom Hollander) a entrare in battaglia. Il film diventa così una sorta di spy story dove, accanto a personaggi immaginari, si trovano anche personaggi reali quali il subdolo e laido consigliere dello zar Rasputin (Rhys Ifans). Più interessante la prima parte, quella del racconto delle trame che avrebbero portato alla guerra, rispetto alla seconda più action e che precede la resa dei conti finale con la setta segreta dopo un colpo di scena che non riveliamo. Il problema di The King’s Man – Le origini è che, Ifans a parte, nessun attore sembra realmente in parte, neanche il solitamente impeccabile Ralf Fiennes, qui nei panni del duca di Oxford inizialmente pacifista e poi spinto alla guerra. Tanti i personaggi ridotti a macchiette (soprattutto i “cattivi” del film), aspetto che non si giustifica neanche con il tono ironico tenuto dal film. Su tutto il racconto aleggia poi la volontà di evidenziare una certa superiorità inglese rispetto alle altre nazioni europee. Una bella scena clou, però, merita la visione: il duello tra Rasputin e il duca al ritmo di danze russe e colpi di arti marziali.

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