Seconda prova registica di Robert De Niro, dopo Bronx, del 1993, The Good Sheperd – L’ombra del potere è la storia della nascita della CIA dopo la seconda guerra mondiale, vista attraverso gli occhi di uno dei suoi agenti operativi, Edward Wilson, interpretato da Matt Damon. Il protagonista è rampollo di una ricca famiglia WASP (white, anglo-saxon, protestant) e membro dello Skull & Bones, il club segreto più esclusivo delle università americane. L’innamoramento con una ragazza sordomuta dovrà presto lasciare il posto a un matrimonio di convenienza con l’ereditiera di un senatore molto influente, che sarà anche il motivo per il quale Wilson dopo la guerra rimarrà a lungo in Germania senza tornare a casa. Attraverso quarant’anni di storia, cambiamenti geopolitici, avvenimenti drammatici come la II guerra mondiale, il tentato assalto a Cuba alla Baia dei Porci e la guerra fredda, il destino di Wilson (e la sua ambizione) il film naviga avanti e indietro nel tempo per restituirci un’atmosfera di intrighi e tradimenti, nella quale tutti sono coinvolti, volontariamente (come il figlio di Wilson che sceglierà la stessa carriera del padre) o meno. Purtroppo, tutto questo andirivieni nel tempo e nella storia non supporta una storia troppo lunga e che non riesce ad appassionare, complice anche la scelta degli attori: Matt Damon è bravo e compreso nel ruolo, ma il suo personaggio, sempre duro e silenzioso, avrebbe bisogno di un maggior approfondimento per poterne capire le motivazioni, che sembrano alquanto incerte. E Angelina Jolie risulta spesso poco credibile (specie conoscendo l’attrice) nel ruolo di una silenziosa Penelope che attende per anni il suo uomo senza poi nulla chiedere. Sembra quasi che negli intenti di De Niro ci sia la volontà di fare del film un nuovo “Padrino”, con le sue tematiche di contrapposizioni, doppio gioco e tradimenti, ma purtroppo senza avere di Coppola il talento narrativo e la capacità di dirigere gli attori.,Beppe Musicco