Tratto dal secondo volume della serie di romanzi young adult di Veronica Roth, questo nuovo capitolo della saga di Divergent riprende da dove il primo aveva lasciato, ma risulta deludentemente interlocutorio rispetto alla compattezza del primo, che poteva contare sulla struttura sempre coinvolgente del romanzo di formazione, con le sue sfide fisiche ed emotive, esaltate dalle “simulazioni”, scenari fantastici in cui i giovani protagonisti mettevano alla prova le proprie paure.,Qui Tris deve fare i conti non solo con la sua natura di Divergente (persona che non rientra in una delle cinque “fazioni” determinate su elementi caratteriali e predisposizioni, ma possiede le caratteristiche di più d’una), ma soprattutto con il rimorso di aver causato la morte di persone care, genitori e amici. Tormentata dai demoni deve anche fuggire dalla caccia di Janine, la capo fazione degli Eruditi, che ha di fatto conquistato il controllo della città che costituisce lo sfondo di questa avventura distopica. ,Se uno degli elementi forti del primo film era la storia d’amore contrastata tra la protagonista Tris e il suo tenebroso istruttore Quattro, qui il legame tra i due è consolidato (lui non fa che dichiararle il suo amore, che si tratti di situazioni private o di processi pubblici sotto siero della verità) e francamente risulta molto poco interessante. Più intrigante potrebbe essere la figura di Evelyn, la madre a lungo creduta morta di Quattro, ora leader degli Esclusi (coloro che, non essendo in grado di entrare in una fazione sono condannati a vivere fuori dalla società), decisa a ribaltare una volta per tutti gli equilibri di potere, sfruttando l’alleanza con Tris. Tra le due donne si stabilisce, tuttavia, un conflitto, tanto forte quanto inespresso, per l’affetto di Quattro, che potrebbe in futuro riservare sviluppi interessanti. ,In futuro, perché poi il film, oltre che qualche bella scena d’azione girata con notevole mestiere (e sfruttando un budget raddoppiato rispetto al primo film), offre ben poco di davvero coinvolgente. La trama prosegue tra inseguimenti, combattimenti, esecuzioni e prove, fino ad un epilogo volto ad esaltare le capacità “divergenti” di Tris, che da pericolosa outsider si trasforma in chiave di volta per l’evoluzione di una società al collasso. Metafora non troppo nascosta del ruolo che i “diversi” potrebbero e dovrebbero svolgere per la rivoluzione di una società politicamente esausta e determinista. ,Anche se ambisce a conquistare lo stesso pubblico di adolescenti di Hunger Games, Insurgent si dimostra, però, assai meno efficace anche dei capitoli meno riusciti della saga concorrente, complice forse il carisma intermittente di Shailene Woodley, volonterosa ma certo non all’altezza di Jennifer Lawrence, oltre a un concept che sembra aver già esaurito il proprio potenziale al secondo episodio. Numerosi i punti deboli: la rivelazione finale, magniloquente quanto confusa, ma soprattutto la casualità con cui i protagonisti si lasciano andare a scoppi di violenza nei confronti degli avversari, fino alla loro eliminazione fisica, che cozza un po’ con i loro momenti di profonda crisi di coscienza; del resto bisogna ammettere che il film, pur con alcuni momenti intensi ed emotivi, non riesce mai davvero a rendere coerente il loro percorso.,Laura Cotta Ramosino

The Divergent Series: Insurgent
La giovane Tris deve fare i conti con la morte dei suoi genitori, ma intanto è inseguita dalla crudele Janine che ha bisogno di lei per rivelare un segreto potenzialmente devastante…,