Tratto da un racconto breve del grande Richard Matheson, già alla base di un episodio di Ai confini della realtà, l’ultimo film del promettente ma diseguale Richard Kelly (Donnie Darko, Southlandes Tales) si configura sin dall’inizio come un vero e proprio apologo morale. Ambientato a metà degli anni ’70, evocati splendidamente con una fotografia vintage e una curatissima scenografia, The Box è il racconto di una scatola che viene recapitata da un inquietante Frank Langella a una famiglia della media borghesia. Lei è un’insegnante, afflitta sin da piccola da una zoppia dovuta a un incidente a un piede, lui è un ingegnere NASA appena trombato sul lavoro. La proposta di Langella/Mr. Steward – un milione di dollari solo per pigiare il bottone della scatola – aprirà una serie di dubbi terribili per la coppia. Perché, pigiando il bottone, qualcuno, sconosciuto, magari dall’altra parte del mondo, morirà. Film interessante, d’altri tempi almeno fino a metà film circa: una vera e propria favola ambigua, ricca di fascino e di tensione. Merito di una regia che con poco, davvero poco (un pugno di bravi attori e un’ambientazione realistica), riesce a creare tensione non mostrando ma solo suggerendo eventi drammatici. Peccato che nella seconda parte il film perda mordente un po’ per la solita deriva mistico-magico-fantascientifica di Kelly per cui la parola mistero deve coincidere sempre con qualche marziano o extraterrestre, con conseguenti forzature, sia perché a un colpo di scena piuttosto prevedibile segue un finale poco verisimile che lascia l’amaro in bocca. Però nel complesso The Box non è male: lo spirito di quella mitica serie che fu Ai confini della realtà – e cioè un luogo dove sondare l’insondabile, l’abisso dell’animo umano, le conseguenze paradossali e terribili del libero arbitrio – è nel complesso rispettato, così come anche è mantenuta quella promessa di seduzione e repulsione di fronte a quella scatola degli orrori (ma anche delle possibilità) davanti alla quale, in un modo o nell’altro siamo tutti chiamati a rispondere.,Simone Fortunato,