Curioso mix tra i film sui geni problematici alla Beautiful Mind e thriller d’azione, The Accountant trae la sua forza dall’interpretazione minimalista ma convinta di Ben Affleck, un attore spesso accusato di scarsa espressività che qui però gioca a suo favore un potenziale difetto, mettendolo al servizio di un personaggio dall’emotività bloccata.
Il film svela la sua storia attraverso una serie di flashback non lineari che giocano con lo spettatore come a ricomporre un difficile puzzle (di quelli che piacevano al protagonista Christian da bambino), e attraverso le prospettive di personaggi diversi. La trama assai complessa vira nel finale verso una soluzione sopra le righe, non troppo credibile e a tratti involontariamente ridicola. Tuttavia nel frattempo il film regala due ore piene di buon intrattenimento, sfruttando a pieno le caratteristiche anti-emotive del suo eroe per creare situazioni inquietanti o sfiorare la commedia e addirittura un possibile accenno di romance nel rapporto che si crea tra Christian e Dana, la contabile che ha scoperto l’ammanco di cui lui deve rintracciare le origini.
Tra numeri tracciati su pareti di vetro, calcoli spettacolari eseguiti a mente, qui pro quo linguistici e strazianti blocchi emotivi, la pellicola sfrutta a piene mani anche i luoghi comuni sull’autismo, ma abilmente trasforma l’handicap del suo protagonista in una specie di superpotere, così che qualcuno ha potuto accostare The Accountant anche a certi esempi marginali di comic movies anche in un certo senso per la sua forma di moralità elementare e brutale. Un collegamento che, con un protagonista che ha già indossato i panni del vigilante pipistrello e un coprotagonista pronto ad indossare quelli di The Punisher, non suona così peregrino. E da fumetto (ma disturbante, anche se in fondo coerente con la dissociazione emotiva del protagonista) è la facilità con cui gli antagonisti vengono tolti di mezzo senza segno di rimorso, con l’efficienza con cui si eliminano gli errori di calcolo da un bilancio.
Gavin O’Connor è regista di mestiere a suo agio nelle scene d’azione e ha all’attivo un altro piccolo film rivelazione, Warrior, con Joel Edgerton e Tom Hardy fratelli avversari in una gara di arti marziali; qui tiene con abilità la barra anche tra le svolte più improbabili della trama (attenzione anche qui ai legami di famiglia che portano sorprese). Forse un po’ deludente per chi si aspettava un classico del genere, The Accountant risulta comunque superiore a tanti film d’azione usciti ultimamente e ha anche qualche carta inaspettata da giocare nel finale per tenere desta l’attenzione.
Laura Cotta Ramosino