Strutturato come un’opera lirica (con la coppia di giovani innamorati, il padre vendicatore, l’antagonista che detiene il potere sociale, persino la voce bianca di un piccolo orfano che segue tutta la storia), il musical di Sondheim e Wheeler è totalmente trasformato dalla passione di Tim Burton per i suoi personaggi. Oltre le canzoni, oltre gli inutili intrecci narrativi, oltre la solita coreografia gotica, al regista interessa scolpire questo eroe solitario, incrocio tra il suo Batman e Edward mani di forbice, ancora una volta interpretato da uno straordinario Johnny Depp. Ma in questa fiaba dalle suggestioni arcaiche non c’è più l’incanto: in una società che non capisce i diversi e che distrugge l’innocenza, la salvezza non esiste. L’immaginario di Burton è questa volta intriso di nero pece e rosso sangue (con schizzi di sangue di una vernice talmente sgargiante da ricordare “Suspiria” di Dario Argento) e trascina gli adulti direttamente nelle fiamme dell’inferno. Disperato come non ci saremmo mai aspettati da Burton, cantore di fiabe gotiche che ultimamente si aprivano a squarci d’amore (“La sposa cadavere”, “Big Fish”). ,Daniela Persico

Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street
Benjamin Barker è stato incarcerato ingiustamente da un giudice che ambiva alla bella moglie. Tornato libero nei vicoli di Londra, l’uomo si rende conto che la sua vita è distrutta: la moglie, sopraffatta dalla vergogna, ha ingerito il veleno e la figlioletta è tenuta prigioniera nell’elegante dimora del giudice. Così Benjamin si trasforma in Sweney Todd, vendicatore solitario: nella sua bottega di barbiere sgozza i clienti trasformati in pasticci di carne dalla zitella Lovett, che gestisce il negozio sottostante.