Il titolo del film, Suzume, è anche il nome della protagonista del nuovo film di Makoto Shinkai. Al centro delle vicende narrate, infatti, si trova proprio lei, una ragazzina che frequenta i primi anni del liceo, che vive con la zia e che, dopo aver incontrato un ragazzo di nome Souta e il mondo nascosto che grazie a lui le si svela, girerà in sua compagnia tutto il Giappone per cercare di salvare il proprio paese dalle catastrofi naturali che rischiano di distruggerlo.

La storia è molto avvincente e il genere fantastico si mescola con i motivi del viaggio e del romanzo di formazione. Il soprannaturale compare nell’incontro con Souta che, infatti, ha un compito preciso: chiudere le porte comunicanti tra il mondo dei vivi e un altro misterioso mondo che, seppur affascinante, si rivela molto pericoloso. Oltre a incantesimi e divinità dispettose, però, Suzume nel suo viaggio di città in città scopre anche il mondo reale, un mondo in cui persone di ogni tipo sono pronte ad ospitarla, aiutarla e sostenerla. Grazie ad ogni incontro la ragazzina cresce e matura in lei la consapevolezza del compito che lei e Souta stanno svolgendo.

Il film potrebbe essere diviso in due parti e, a conclusione della prima, la narrazione potrebbe anche terminare, se non fosse che tutto ciò che Suzume ha vissuto e affrontato, dall’incontro con Souta fino a quel momento, la rilancia in una seconda avventura; questa volta la ragazza è più consapevole e forse meno entusiasta ma la posta in gioco è ancora più alta. Solo grazie a tutto ciò che le è accaduto Suzume può giungere alla scoperta più grande, quella di sé stessa e della propria storia.

Lo stesso Makoto Shinkai ha dichiarato che Suzume è principalmente basato sul disastro di Fukushima del 2011, e si è chiesto cosa avrebbe avuto senso e cosa no di questo film per un pubblico internazionale. Con il contributo della fantasia il regista ha messo in scena un’ipotesi sull’origine del fenomeno dei terremoti che sconvolgono continuamente il Giappone; ma come è ricorso al fantastico per tentare di spiegare un enigma della propria quotidianità, così l’avventura soprannaturale di Suzume è traducibile nel percorso di crescita di chiunque in qualsiasi posto del mondo: un cammino fatto di affetti, incontri e sfide.

Suzume è, quindi, un racconto di crescita e scoperta di sé stessi in cui tutti possono immedesimarsi ma che trasmette anche il forte senso di misteriosità della vita che ciascuno può condividere.

Carla Barenghi

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