La discussione sotto un portico mentre diluvia, se in mancanza di ombrello sia meglio correre o andar piano per bagnarsi meno, è lo spunto per far conoscere Anna e Marco (citazione di Lucio Dalla? La colonna sonora è comunque firmata da Ultimo). Lui (Alessandro Borghi) è un docente universitario di Fisica, convinto che ci siano leggi e regole in grado di spiegare la natura e il comportamento umano; lei (Jasmine Trinca) disegna strisce di fumetti la cui protagonista è il suo alter ego alle prese con questioni di cuore. La loro storia abbraccia vent’anni di vita, con continui flashback e salti temporali per descrivere una relazione fatta di piccoli passi, indecisioni e retromarce. Anna all’inizio rifiuta l’idea di un rapporto stabile, attaccata com’è alla sua indipendenza e all’appartamento che condivide con l’amica Tullia, una delle poche certezze, per una che è cresciuta solo con una madre (Elena Sofia Ricci) che pensava di più alle tournée teatrali che alla figlia; lui da subito la vorrebbe sempre presente nella sua vita, tanto da troncare improvvisamente la storia che aveva con Pilar proprio il giorno prima del previsto trasferimento di lei a casa sua. La vita di Anna e Marco procede così: tra infinite discussioni e pochi punti in comune, ogni volta conquistati dall’ottimismo contagioso di Marco, dalle sue certezze che però vengono messe a dura prova dagli eventi della vita.

In Supereroi ad Alessandro Borghi è affidato un registro fatto di molti sorrisi e istintiva simpatia, pronto a smontare i dubbi della partner in una tensione fatta di accoglienza e comprensione. A Jasmine Trinca spetta il ruolo più complicato: la donna dubbiosa, sempre titubante se lasciarsi andare, mai sicura al cento per cento dei propri sentimenti, anche dopo tanti anni di convivenza e delle prospettive dolorose da fronteggiare.

La regia di Paolo Genovese marca stretto i protagonisti di Supereroi, forse eccessivamente loquaci, come a temere che il silenzio possa costringere ad andare al fondo di sé stessi; i due sono credibili come personaggi, un po’ meno nelle loro professioni (lui che all’università spiega con enfasi la fisica della prima liceo, lei che disegna vignettine miserelle). Ma i toni melodrammatici sono ben calibrati, e ci si affeziona a questi due perfetti esemplari dei nostri tempi, fragili e con poca autostima; eppure nei momenti duri, capaci di fare delle scelte importanti, ed andare avanti.

Beppe Musicco