Avvertenza: non andate a vedere questo film se non avete visto la nuova trilogia di “Star Wars” formata da “La minaccia fantasma” (1999), “L’attacco dei cloni” (2002) e “La vendetta dei Sith” (2005). Questo prodotto, frutto di una gemmazione che pare irrefrenabile, è la puntata pilota di un’imminente serie televisiva che racconterà quello che è successo tra gli episodi secondo e terzo della suddetta saga. Evidentemente non è successo niente di rilevante, altrimenti George Lucas, ideatore e produttore del progetto, l’avrebbe già raccontato in uno dei film per il grande schermo. Un’operazione del genere avrebbe senso se servisse ad approfondire i personaggi, ed è possibile che sulla distanza lunga della serie televisiva qualcosa di buono verrà fuori. Ma se il buon giorno si vede dal mattino, allora siamo ad una distanza davvero siderale (è proprio il caso di dirlo) da quello che noi intendiamo per “qualcosa di buono”. Nei novantotto minuti di film delude innanzitutto la grafica che, cercando un equilibrio tra gusto retrò e tecnologia avanzata, non trova di meglio che attingere alla freddezza della playstation e alla serie dei “Thunderbirds”, con il risultato di proporre personaggi assolutamente inespressivi. Eppure Lucas sembra aver investito soprattutto sull’aspetto figurativo, giacché sullo schermo non fanno che srotolarsi interminabili scene di battaglia e di azione, con pochissima attenzione riservata ai caratteri. L’unico personaggio che ispira una qualche simpatia è la giovanissima allieva del jedi Anakin Skywalker, Ahsoka Tano, che possiede tutte le caratteristiche della perfetta apprendista: carina, disubbidiente, piena di risorse e dalla battuta pronta. Per sopportarla, Anakin dovrà far suo il precetto dettogli dal suo maestro Obi-Wan secondo cui “insegnare è un privilegio”. Certo non ci voleva una serie televisiva per dire cose che erano state già affrontate trent’anni or sono, con maggiore consapevolezza e profondità, nella trilogia originale di “Guerre stellari” (un film che potrebbe stare senza imbarazzo sullo stesso scaffale di “Quarto potere”, “Sentieri selvaggi”, “La donna che visse due volte”, “A qualcuno piace caldo”…). Infatti stavolta, ed è una giusta pena del contrappasso per un autore – Lucas – ormai preda della sua avidità e celebre per la sua mancanza di idee, “The Clone Wars” è stato respinto al botteghino perfino in America. In televisione avrà una sua ragion d’essere, perché intratterrà i bambini con una storia schematica di lotta tra bene e male in cui potrebbero venir toccati argomenti interessanti. Per chiunque abbia più di dieci anni (a parte un manipolo di irriducibili che potrebbe provare qua e là almeno qualche sussulto nostalgico) non ci sono particolari controindicazioni, se non quella della noia mortale.,Raffaele Chiarulli