Ruben è un batterista heavy metal. Insieme alla fidanzata Lou, chitarrista e cantante, formano il duo dei Blackgammon e hanno un fitto programma di concerti che portano in giro negli Stati Uniti utilizzando il camper come casa. Ruben, che è anche un ex tossicodipendente, un mattino si accorgere che non ci sente più bene. Il responso medico è senza appello: diventerà sordo. Per lui inizia un duro percorso di accettazione che lo poterà in una casa per sordi gestita da un reduce del Vietnam…

Avviso a tutti i possibili interessati: Sound of Metal non è un film musicale o rock; chi ci si avvicina con questa idea, commette un errore. Quello raccontato da Darius Marder, al suo primo lungometraggio e più conosciuto come sceneggiatore (Come un tuono), è il classico film che racconta la parabola esistenziale di un uomo, Ruben – ottimamente interpretato da Riz Ahmed (Il fondamentalista riluttante, I fratelli Sister) – che deve prendere coscienza del suo handicap e accettare di cambiare radicalmente vita rinunciando ai propri sogni. Se Sound of Metal non è un film musicale, è però fortemente un film di suoni e sonorità, quelle in cui si immerge Ruben mano a mano che la sua sordità progredisce. Suoni a tratti ovattati, distorti, stridenti (quando il giovane si sottopone a un’operazione nell’illusione di recuperare l’udito) che fanno immedesimare anche lo spettatore nelle difficoltà che il batterista si trova ad affrontare.

Ma quello di Marder è anche un film di sguardi, e qui Ahmed è bravissimo nel rendere tutte le difficoltà di un uomo che sta diventando sordo e punta sempre più sugli occhi perché è con quelli che cerca di seguire i discorsi e capire cosa le persone gli dicono. Ma il suo è anche uno sguardo di incredulità per quanto gli sta capitando e che non riesce ad accettare. Altri due ruoli importanti nel film sono quelli della fidanzata Lou (Olivia Cook, Ready Player One) e del responsabile della casa per non udenti Joe (Paul Raci). Entrambi, a modo loro, cercano di aiutare Ruben ad accettare la sua situazione e con entrambi inevitabilmente sorgono conflitti. Ma forse è giusto così perché la strada per accettarsi e diventare consapevoli della propria condizione deve essere personale e ognuno ha bisogno dei propri tempi. Ecco quindi il distacco doloroso da Lou, perché ormai le rispettive vite hanno preso strade diverse (lei è tornata in Francia dal padre, impersonato da Mathieu Amalric), e la rottura con Joe che si sente tradito da Ruben nel momento in cui questi sceglie di abbandonare la casa per tentare la disperata via di un’operazione che non darà i risultati sperati.

Ci sono bei momenti nel film, come le scene ambientate nella classe di bambini non udenti o quelle dell’addio che non ha bisogno di parole tra Ruben e Lou; anche per questo possiamo dire che Sound of Metal coinvolge e non lascia indifferenti. Il film ha raccolto ben sei nomination agli Oscar tra cui quella per miglior film, attore protagonista (tra l’altro Ahmed ha imparato veramente a suonare la batteria e il linguaggio dei segni) e suono. Disponibile su Amazon Prime Video.

Aldo Artosin