Un poliziotto malandato e ubriacone riceve, dopo una notte di lavoro, un compito apparentemente semplice: portare in un piccolo criminale – che deve testimoniare per un processo – da un posto di polizia al vicino tribunale (che dista appena 16 isolati, come dice il titolo originale). Ha solo due ore di tempo, poi la causa sarà chiusa e il teste inutilizzabile. Ma sembra una passeggiata, nonostante il gran sonno e l’alcool in corpo. Saranno, invece, due ore infernali; grazie a colleghi corrotti che non hanno alcuna intenzione di far arrivare il petulante testimone in aula, che con le sue parole incastrerebbe un loro collega e, a catena, mezzo distretto di polizia…,Bruce Willis al suo meglio, nella parte di questo Jack Mosley, poliziotto sbandato che sembra portare un peso sull’anima (un amore finito male? Ma il film, ed è un tocco di classe, non lo spiega) e sul distintivo, come si rivelerà nel bel finale a sorpresa. In mezzo, in questo action veloce ma non frenetico diretto dal Richard Donner della serie Arma letale, c’è spazio per sparatorie, agguati, tensione ma anche redenzione morale e un’amicizia improbabile e caratteri appena accennati ma decisi. Pur tra cliché del genere e situazioni prevedibili (i poliziotti corrotti, l’agente legato alla bottiglia, il legame tra poliziotto e protetto), “Solo due ore” si fa seguire bene e funziona. E, nell’epilogo, regala un tocco di umanità e di riscatto alla vicenda: chi l’ha detto che le persone non cambiano?,Oltre a Bruce Willis, e a una regia di solido mestiere, si segnalano le interpretazioni di comprimari all’altezza: oltre al rapper Mos Def, il caratterista David Morse, stupendo cattivo dalla faccia perbene.,Antonio Autieri

Solo due ore
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