L’idea è semplice ma geniale: applicare il kung fu a tutte le sfere della vita quotidiana (dai parcheggi in città alle attività sportive); la resa cinematografica divertentissima. Shaolin Soccer è un piccolo grande fenomeno che, dopo aver sbancato i botteghini orientali (dove era uscito in concomitanza con gli ultimi Mondiali), si appresta a fare altrettanto in Europa.
Ma a questo proposito abbiamo seri dubbi. Il film, elementare nell’intreccio, – un allenatore che sembra tanto la versione orientale di Fantozzi incontra un esperto di arti marziali che gli insegnerà ad aver maggiore fiducia in se stesso – ha ritmo da vendere, effetti speciali esilaranti ed alcune scene indimenticabili per un calciofilo. Chow, anche attore, mescola abilmente mélo (la storia d’amore tra il protagonista e la ragazza fragile e sfigurata) con la commedia demenziale e il film puro di arti marziali, supportato da un buon montaggio e da effetti speciali rozzi ma efficaci.
Peccato che l’edizione italiana abbrutisca il film (accorciato inspiegabilmente di una manciata di minuti) con un doppiaggio inascoltabile e delle voci che faranno anche felici i tifosi di Roma e Lazio (dalle cui file provengono i calciatori neodoppiatori), ma rendono pesante e stucchevole un film che per piacere, certo, non aveva bisogno di tali insulsi accorgimenti.
Beppe Musicco