A New York, durante il periodo natalizio, Jonathan e Sara si incontrano per caso in un grande magazzino, mentre cercano di acquistare lo stesso paio di guanti (lei per se stessa, lui per regalarli alla fidanzata). Subito si piacciono, trascorrono del tempo insieme prima nella caffetteria Serendipity e poi pattinando sul ghiaccio a Central Park: cosa c’è di più romantico? L’attrazione è indiscutibile, ma quando Jonathan le suggerisce di scambiarsi i numeri di telefono, Sara preferisce affidare al caso la possibilità di rivedersi: se è destino… E così scrivono nome e numero di telefono, lui su una banconota da 5 dollari, lei su un libro: il destino farà in modo a ognuno di avere notizie dell’altro? Intanto c’è un guanto come pegno. I due si perderanno, faranno progetti di vita con altre persone, ma continueranno a pensare a quello strano incontro. E qualche anno dopo…
La Serendipity, in italiano Serendipità, starebbe a indicare la fortuna di fare felici scoperte per puro caso (quando si trova una cosa imprevista, mentre se ne sta cercando un’altra). Il curioso termine, coniato nell’Ottocento, sta alla base di questa commedia sentimentale ambientata a New York. Una Una storia d’amore prevedibile, certo, ma anche delicata e non volgare come tante altre già negli anni in cui uscì (un mese dopo, negli Usa, l’attentato delle Torri Gemelle: e forse vedere un film così dolce nella New York ferita in quel modo ne agevolò la fortuna), sulle coincidenze del caso e sui segni del destino. Dirige con discrezione Peter Chelsom (già regista del toccante Basta guardare il cielo), protagonisti gli ottimi John Cusack e Kate Beckinsale, affiatati e intonati alla storia.
Antonio Autieri