Un viaggio in macchina fuori programma si trasforma in tragedia per Charlie e il fratellino Sam: il primo sopravvive per miracolo, ma il secondo perde la vita. Studente modello fresco di diploma e promessa dello sport, Charlie rinuncia ad un futuro roseo all’Università di Stanford e diventa guardiano del cimitero dove riposa il fratello. Qui, dal giorno del funerale e negli anni a seguire, incontra quotidianamente il fantasma di Sam e mantiene fede alla promessa fattagli quando era vivo: insegnargli a giocare a baseball. ,Devastato dalla disgrazia, il protagonista di Segui il tuo cuore perde la gioia di vivere e si rinchiude in se stesso, emarginandosi dalla società (nel caso non ci arrivassimo da soli, la canzone Oh No di Andrew Bird non manca di fare da didascalia alla sua condizione, descrivendo “innocui sociopatici” che soffocano,le proprie emozioni). I ripetuti incontri con il fantasma sembrano essere l’effetto di una sorta di psicosi conseguente all’incapacità di elaborare il lutto: un espediente narrativo improbabile, ma abbastanza interessante. Un giorno, una ragazza irrompe nella vita di Charlie: un’ondata di freschezza per lui, un’avvisaglia di stucchevole banalità per il pubblico. Tuttavia la trama, già insipida nelle premesse, a questo punto del film anche melensa, inizia a perdere davvero credibilità quando entrano in gioco argomenti surreali alla Shyamalan (vedi Il Sesto Senso) che confondono lo spettatore, convinto fino ad allora di stare guardando un film relativamente realistico. Ad esempio, se Sam è una proiezione mentale, espressione del rifiuto di Charlie di affrontare il trauma, perché il ragazzo dovrebbe vedere altri spiriti che non c’entrano nulla col suo lutto? A complicare ulteriormente le cose, subentra uno spiritualismo fatalista, semplicistico, che si condensa nel personaggio del paramedico che salvò la vita al protagonista: una sorta di angelo custode, fa un paio di comparse fugaci (strategiche, per l’andamento della storia) nella vita di Charlie, giusto il tempo di comunicare al ragazzo che se è sopravvissuto all’incidente, “ci dev’essere una ragione”. Ragione che, neanche a dirlo, si renderà evidente nel finale. ,Oltre ad avere una sceneggiatura decisamente confusa, a partire dagli intenti non molto chiari, la pellicola è costellata di piccole assurdità e forzature, che si accumulano soprattutto nella seconda parte e nell’insieme non favoriscono il coinvolgimento di chi guarda. Il film verrà forse ricordato piuttosto come una tappa della lenta maturazione artistica di Zac Efron, idolo delle teenager dai tempi di High School Musical (2006), che si spera riuscirà in futuro a farsi affidare parti più importanti, degne di un certo talento che per ora si è solo intravisto. Qui purtroppo infastidiscono diverse scene che lo vedono protagonista, come corse nel bosco che fanno invidia a Twilight o azioni svolte a torso nudo senza alcun motivo apparente. C’è da chiedersi, invece, perché il regista abbia scomodato Kim Basinger e Ray Liotta per interpretare due parti che sono quasi camei (rispettivamente, la madre di Charlie e il paramedico): ognuno di loro pronuncerà una ventina di battute in tutto. ,Il titolo originale è costituito dal nome del protagonista: una scelta furba, che nulla fa trasparire dell’essenza dolciastra della pellicola. Non così per il titolo italiano.,Maria Triberti,
Segui il tuo cuore
Ogni sera, lontano dagli occhi di tutti, Charlie incontra lo spirito del fratello minore, scomparso giovanissimo in un incidente stradale.