Negli ultimi tempi il tema della memoria sembra aver creato un suo proprio genere. Oltre ad essere una traccia sempre presente nelle sceneggiature di Charlie Kaufman, anche in film come 50 volte il primo bacio, The Butterfly Effect, ecc. si continua a “giocare” col passato. Probabilmente affascina e in parte spaventa l’idea di dimenticare ed essere dimenticati, di modificare o cancellare il passato, di rendere eterna una bella emozione ed eliminare un errore.

In questa commedia romantica un po’ atipica, diretta dal talentuoso Michel Gondry, la storia d’amore sembra finire, come spesso succede, per incompatibilità di carattere. Il rapporto ha raggiunto l’asfissia e l’unico modo per liberarsene è cancellare tutto ciò che dell’altro si ricorda. Ma i protagonisti – interpretati da un eccezionale Jim Carrey e da una Kate Winslet brava come sempre – si accorgeranno presto che non possono e non vogliono dimenticare i bei momenti passati, senza i quali non sarebbero nemmeno più loro stessi. Si rendono conto che il loro passato continua a tornare, rifanno le stesse scelte, non possono controllare gli eventi a loro piacimento. E’ un film molto poetico che si interroga sul significato dell’esistenza e sulla necessità di rimanere, di non essere cancellati per sempre, anche se solo da una memoria.

La storia d’amore tra Joel e Clementine può anche far riflettere sul perché un rapporto debba vivere anche nelle mille contraddizioni che ognuno trova scontrandosi con la diversità dell’altro. Una notazione riguardo al titolo: quello originale riprende un verso di Eloisa e Abelardo (una delle più belle e drammatiche storie d’amore di tutti i tempi) di Alexander Pope, 1717. Può significare “l’eterno bagliore d’una mente immacolata” ma anche “l’eterna serenità in una mente senza ombre”, in questo modo nell’anticipare il tema del film, ne mantiene integralmente la poesia e l’atmosfera di sogno. La traduzione italiana, invece, è a dir poco banale.

Ilaria Giudici