Ettore Rainieri è uno scrittore affermato (anche se sta faticando a realizzare il nuovo saggio). In occasione dei suoi sessant’anni decide di organizzare una festa in montagna insieme alla sua compagna Margherita (che aspetta una bambina), al cognato Achille, ai figli del primo matrimonio Claudio – insieme alla fidanzata Tea – e Giulio. Nello splendido chalet in Trentino ci sono anche la domestica Olga e la figlia Stella. A completare il quadro arriva, non invitato, anche Palmiro, il fratello bipolare di Achille e Margherita. Il problema è che dopo poche ore salta la connessione alla Rete e tutti, a parte Ettore, vanno nel panico. Claudio si è iscritto a un torneo di poker online, Tea fa la snob ma guadagna vendendo borse seminuda su Internet, Achille partecipa a un’asta in Rete per comprare una Ferrari, Stella è in gara per conoscere Fedez e Giulio deve assolutamente chattare con i compagni di classe che lo hanno invitato a una festa virtuale. Senza connessione, però, niente di questo è possibile. Quale occasione migliore, pensa Ettore, per dialogare, riallacciare i rapporti con i figli, conoscere meglio Achille? Peccato che non tutto vada come nei suoi piani e che tutto possa precipitare quando Margherita deve partorire…
«Lo sapete quante volte viene toccate lo schermo di un cellulare ogni giorno? 2.600. E sapete quante di queste sono assolutamente indispensabili alla nostra vita? Quattordici». Questa è la frase che Ettore dice all’inizio e alla fine del film e che fa un po’ da sfondo a tutto il lavoro di Christian Marazziti che vuole essere un po’ una critica di costume alle nostre abitudini ormai dominate da smartphone, Rete e wifi. Se vogliamo il film è un po’ il “lato B” di Perfetti sconosciuti, solo che la sceneggiatura scritta dallo stesso Marazziti insieme a Michela Andreozzi e Massimiliano Vado – a differenza del film di Paolo Genovese – è piuttosto schematica e senza particolare approfondimento psicologico dei personaggi. E questo è un po’ il limite perché rende la storia piuttosto prevedibile, con un finale che vira molto sui buoni sentimenti ma senza particolare mordente. In questo contesto i più convincenti sono Ricky Memphis (Achille) e Stefano Fresi (Palmiro) che regalano i momenti divertenti del film. Nota di merito anche per Antonia Liskova nei panni di Olga. Un po’ a disagio sembra Fabrizio Bentivoglio (Ettore) e convince poco la sua storia con la coatta Margherita impersonata da Carolina Crescentini. Peccato, nel complesso, perché lo spunto poteva essere interessante. Ma sarebbe stato necessario un maggior spessore per andare oltre la semplice commedia.
Aldo Artosin