Intreccio prevedibile, sensazione di déjà vu in parecchie situazioni: ormai la commedia è diventata, almeno in America, uno dei generi più facilmente replicabili e però complicatissimo da girare senza cadere nella ripetitività di gag e vicissitudini. Ricatto d’amorenon si sottrae al trend negativo: non volgare, sostenuto da una coppia che dimostra di possedere un certo feeling (Sandra Bullock e Ryan Reynolds, finalmente a proprio agio dopo prove non proprio impeccabili), il film della Fletcher (27 volte in bianco) è l’ennesima rivisitazione della battaglia dei sessi, con un occhio a Il diavolo veste Prada, almeno per quanto riguarda il disegno della protagonista e un altro a Green Card – Matrimonio di convenienza di Peter Weir. Qualche trovata carina, specie nella prima parte, più vivace, nel territorio della commedia degli equivoci, non toglie però l’impressione di un film già visto, sia per quanto riguarda alcune gag come quella, inflazionatissima col cane, sia per quanto riguarda la pura vicenda sentimentale e ad alto tasso zuccherino nella seconda parte. Niente di male, per carità: il film riesce a non essere volgare, cercando una brillantezza nei dialoghi e nel carisma dei due attori che in effetti funzionano abbastanza, soprattutto la Bullock, in un ruolo – a 45 anni suonati – simpaticamente autoironico. Gli altri personaggi sono però più raffazzonati, mancano spalle comiche decenti e nel finale il film è un catalogo di cliché da commedia matrimoniale. ,Simone Fortunato

Ricatto d’amore
Per non perdere il lavoro donna in carriera e assistente fingono di essere fidanzati.