Presentato alla Mostra di  Venezia nel 2020 e ora sugli schermi italiani, Quo vadis, Aida? è un film di guerra, scritto e diretto da una regista bosniaca, che racconta per la prima volta al cinema il massacro di Srebrenica: nel 1995 la città della Bosnia, benché dichiarata Zona Sicura, viene attaccata dai soldati serbi del generale Radko Mladic. Migliaia di cittadini fuggono presso il campo allestito dall’ONU, ma non c’è posto per tutti. Aida, insegnante bosniaca di inglese e madre di famiglia, si presta come traduttrice durante i negoziati tra i serbi e l’ONU. Ma chi la aiuterà a salvare il marito e i figli da soldati tra cui ci sono anche suoi ex studenti? E cosa ne sarà dei civili che i soldati serbi si offrono di evacuare?

L’autrice Jazmila Zbanic, Orso d’Oro nel 2006 con l’opera prima Il segreto di Esma, è da sempre attenta a raccontare le cicatrici della guerra balcanica. Ora, con Quo Vadis, Aida?, si immerge in una delle pagine più sanguinose di quel conflitto. Appassionante è la scelta di raccontare la storia dal punto di vista di una traduttrice, interpretata dalla schietta e intensa Jasna Djuricic: Aida si trova nella difficile posizione di chi siede al tavolo dei potenti ma non ha margine di azione, tanto da venire trattata come un mero strumento. Nonostante questo, non rimane mai inerte nel tentativo di salvare i suoi cari. Un film duro ma anche potente e mai ricattatorio, capace di descrivere uno scenario di guerra in tutte le sue sfaccettature: nulla viene risparmiato della responsabilità di chi si è voltato dall’altra parte (i vertici ONU per primi). Un ultimo sguardo, doloroso ma tenace, è rivolto anche alla ripartenza dopo il genocidio e alle contraddizioni del mondo che verrà.

Roberta Breda

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