“Quantum of Solace” (Un poco di sollievo) è il ventiduesimo della serie ed è tratto da un racconto breve di Ian Fleming, poco più che un abbozzo. Il film comincia dove “Casino Royale” finisce, con una scena di inseguimento automobilistico tra le gallerie del Lago di Garda, per poi proseguire nelle cave di Carrara e concludersi in un sotterraneo sotto Piazza del Campo, a Siena. Lì James Bond – interpretato per la seconda volta da Daniel Craig – incontra M (Judy Dench), per interrogare il misterioso Mr. White; insieme scoprono l’esistenza di una pericolosissima organizzazione segreta il cui scopo è impadronirsi delle risorse della terra. Ma a Bond questo interessa relativamente, perché il suo scopo principale è la vendetta sui colpevoli della morte di Vesper Lynd, la donna che amava. Lo scenario si sposta tra Haiti, l’Africa e altro ancora, coinvolge la CIA e vede l’ascesa e la cattiveria di Mr. Greene, il capo dei cattivi che si nasconde sotto le spoglie di un filantropo. Il film, come era giusto aspettarsi, è ricco di scene veloci, che coinvolgono uomini, macchine, aerei e navi e dove si usano tutte le armi, dalle mani agli esplosivi più letali, ma la sceneggiatura non sa andare molto oltre. La trama è complicata e spesso incomprensibile, tra una scena d’azione e l’altra praticamente non succede niente e il protagonista, Daniel Craig, si limita a fissare un punto nel vuoto coi suoi gelidi occhi blu e la sua faccia inespressiva. Anche il cattivo (Mathieu Amalric) grida e si muove come un ossesso ma non ha niente dello spessore maligno dei suoi predecessori. Il povero Giancarlo Giannini è confinato in una particina slegata da tutto il resto del film; l’unica figura degna di nota alla fine rimane Judy Dench, che sembra la sola ad aver conservato quel minimo di ironia che invece nei vecchi film dell'”agente 007″ veniva sparsa a piene mani. Il film dura solo 105 minuti (la durata più breve di tutta la serie e ben mezz’ora meno del molto più riuscito “Casino Royale”), comunque più che sufficienti per rendersi conto di tutti i limiti del film.,Beppe Musicco