Non è mai facile girare una buona biografia, specie a pochi anni dalla scomparsa del soggetto. “Pollock” ha il vantaggio della recitazione di Ed Harris e del suo aspetto fisico, che è incredibilmente somigliante a quello del pittore: chi ha visto i documentari sulla sua opera non può che rimanerne impressionato. Come pure sono resi con grande passione e precisione il periodo e i personaggi (pittori, mecenati, giornalisti), a partire da Peggy Guggenheim, che lo scopri' e lo portò alla fama. Il tormento di Pollock è il suo stesso talento: prima perchè misconosciuto, poi perchè gli preclude la possibilità di una vita e di una famiglia normale (emblematico il suo desiderio di avere figli e la sua frustrazione dovuta al rifiuto della moglie che vuole dedicarsi interamente e solo a lui). Molto coinvolgente per lo spettatore anche vedere la nascita dello stile astratto di Pollock e la sua evoluzione, fino ad arrivare al “dripping” che lo rese famoso. Rimangono semmai piu' oscuri alcuni punti, come il rapporto con la famiglia, e una certa fatica narrativa nel raccontare la parte più dura della sua esistenza, fino al momento della morte. Ma Harris è comunque calato nel ruolo fino in fondo, e Marcia Gay Harden (Oscar per l'interpretazione) perfetta nel ruolo della moglie decisa a tutto (per molti versi simile al personaggio analogo di “A Beautiful Mind”.

Pollock
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