Un avvio dalle note alte quello di Pitch Perfect 2, sequel di Voices (il cambio di titolo in Italia rende non riconoscibile immediatamente il legame tra i due film), che nel 2012 ha riscosso un enorme successo soprattutto negli Stati Uniti. Diretto da Elizabeth Banks, attrice brillante che per la prima volta passa alla regia, il film parte subito in quarta e si apre con un incidente scandalistico causato da Ciccia Amy (una come sempre brillante Rebel Wilson). Durante un’esibizione al Lincoln Center di New York davanti al Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, la povera Amy “inciampa” in uno strappo ai pantaloni mostrando al mondo intero le sue parti più intime. La vergogna è tale che all’università non resta che escludere le Barden Bellas da qualsiasi competizione canora, fatta eccezione per la gara internazionale di cori a cappella che si tiene nella città di Copenaghen. Unica possibilità di un riscatto morale e sociale, alle ragazze non resta che buttarsi a capofitto nel canto. Ma per Beca le cose sono cambiate: l’inizio di uno stage in una casa di produzione musicale tiene spesso la ragazza lontana dal gruppo, causando malumori e incertezze su un’unione che comincia a vacillare.

Sebbene meno originale del primo film, Elizabeth Banks  riesce a dirigere un buon sequel, ambientando la storia sempre nel mondo universitario e in particolare in quello dei cori a cappella. Nel tentativo di ritrovare lo smalto e l’originalità iniziale, le protagoniste del film hanno modo di confrontarsi con tematiche sempre universali come l’amicizia, le paure di un amore totale (con una linea sentimentale che questa volta coinvolge direttamente il personaggio di Ciccia Amy), il desiderio di cambiamento e le incertezze su un futuro che non è più solo quello sicuro e piacevole racchiuso all’interno delle accoglienti mura universitarie. Spostando il punto di vista totalmente più sull’universo femminile che sulla guerra tra sessi, la regista tiene in piedi la storia, infarcendo il racconto di gag e battute divertenti, ma spesso al limite della volgarità, che gravitano soprattutto intorno al personaggio della Wilson e dei due commentatori interpretati proprio dalla Banks e da John Michael Higgins. Il linguaggio e le chiare allusioni sessuali, sebbene non siano esplicitate attraverso una chiara fisicità, ne fanno in ogni caso un film adatto soprattutto a un pubblico giovanile. La storia suona come qualcosa di già visto ma la musica e il canto così come le ottime interpretazioni delle attrici, tra cui spiccano ancora una volta una bravissima Anna Kendrick e Hailee Steinfeld, riescono a elevare questo film, trasformandolo in un prodotto molto meno banale di quanto possa apparire a una veloce prima occhiata.

Marianna Ninni