Il mondo del pallone ha suggerito spesso al cinema nuovi film e, manco a dirlo, maestri del genere sono sempre stati i registi inglesi, dallo storico Hooligans di Philip Davis, passando per lo sperimentale Goal di Danny Cannon, il Sognando Beckham con la bella Keira Knightley, e arrivando al recente Il maledetto United di Tom Hooper (senza dimenticare pellicole in cui il calcio è contesto e non oggetto, come nel notevole Il mio amico Erich di Ken Loach).,Il calcio però, si sa, è anche cosa nostra, così come nostra è la commedia all’italiana: facile capire allora come le due correnti si siano inscindibilmente unite con esiti più o meno felici. Ecco dunque che dopo le serie L’Allenatore nel pallone ed Eccezionale Veramente arriva ora il piccolissimo Piede di Dio, storia di promesse e di procuratori. Così l’attore Emilio Solfrizzi si veste degli eleganti panni di Michele Corallo, manager in cerca di nuove stelle. Finito nel Salento, conosce Elia, diciottenne semiautistico che “venezia” alla Maradona. Lo strappa dalla madre, se lo porta a Roma, lo accudisce insieme alla sciacquetta compagna e lo propone per un provino ad un collega più rinomato. Sarà davvero interessante vedere come andrà a finire. Qualche pregio e molti (alcuni inevitabili) difetti in questo primo film del debuttante Luigi Sardiello. Realizzato con i soli soldi della regione Puglia (immaginate voi che budget) e con un manipolo di attori alcuni dilettanti, il film si costruisce su una buona trama che manca però di quel brio e di quella goliardia che vorrebbe esprimere. Le gag che coinvolgono Elia sono del tutto anonime e difficilmente strapperanno qualche risata, creando un progressivo nostro distacco dal giovane e confinandolo in una maschera poco interessante. Più efficace il personaggio di Solfrizzi, vero protagonista del film e descritto come una triste pedina nel mondo dei procuratori-sanguisughe. Nonostante questo anche lui si rende protagonista di alcune scene inutili, come una breve e non funzionale scena di sesso con la madre di un giocatore. Perlomeno il messaggio che alla fine si vorrà lanciare sarà positivo: pensate poco al successo e riempite i campetti con gli amici.,Giudizio in sospeso infine sulla veridicità delle sequenze di gioco.
Andrea Puglia