Commedia fantascientifica e ipercitazionista. Diretta da Gregg Mottola (Adventureland), è in realtà il prodotto della coppia Pegg/Frost, già attori e autori di due intelligenti parodie del cinema horror Hot Fuzz e L'alba dei morti dementi. Il film è un passatempo, divertente soprattutto per chi spartisce con i due protagonisti una passione ruspante per la fantascienza del grande e del piccolo schermo. Così non potranno sfuggire tanti riferimenti a E.T., Incontri ravvicinati del Terzo Tipo di Spielberg (che nella versione originale ha un cammeo seppur soltanto vocale), la serie di Star Trek (divertentissima la finta lotta col mostro e le chiacchierata in klingoniano). E ancora Predator, Men in Black, Guerre stellari. Ma il vero mattatore del film è l'alieno Paul. Scorretto, imprevedibile, pure lui cinefilo, anche se un po' disincantato, e appassionato di fantascienza. Nella versione originale ha la voce e i modi del vulcanico Seth Rogen mentre nella versione italiana il doppiaggio di Elio, alle prese con un lavoro che non gli è proprio, stempera la vivacità dell’originale. Il pregio e il limite di Paul sta in tutto ciò: da un lato un gioco anche fine di ammiccamenti e di rimandi a un linguaggio e ad un universo cinefilo; dall'altro, una povertà narrativa e uno schematismo ideologico irritante. Lascia perplessi in particolare l'entrata in scena del personaggio di Ruth Buggs (Kristen Wiig), bigotta e derelitta, perseguitata da un padre/padrone cristiano integralista e convertita, dopo i “miracoli” di Paul, alla fede nella scienza e nell'evoluzionismo. Troppo macchiettistici questi due personaggi con cui si vorrebbe prendere per i fondelli le comunità cristiane dell'America profonda, troppo stridenti e forse nemmeno necessari in un film che fa divertire più quando sfotte bonariamente che quando prende la strada del sarcasmo pesante.,Simone Fortunato

Paul
Due appassionati di fantascienza sulle tracce della misteriosa Area 51 si ritrovano a dare un passaggio ad un alieno.