Prendendo spunto da un periodo poco felice della storia americana, i roghi delle streghe nel New England (i Padri Pellegrini in fondo non erano molto più tolleranti della famigerata Inquisizione spagnola), il film parte dai nostri giorni presentandoci Norman Babcock, un ragazzino di 11 anni come tanti, vittima del bullismo dei più prepotenti della scuola. Perché? Perché Norman viene preso per pazzo (e anche i genitori dubitano della sua sanità mentale), dato che ogni tanto si ferma e si mette a parlare da solo; solo Norman vede quello che gli altri non possono vedere: i morti che gli parlano. Il richiamo a Il sesto senso è evidente così come a tanti classici dell'orrore che Norman si divora in televisione in compagnia della nonna defunta. Il tono è, fortunatamente, molto più leggero, anche se sempre si parla di defunti e le rivelazioni di questi ultimi non sono delle più tranquillizzanti. Realizzato dalla Laika Animation (gli stessi di Coraline), il film cerca anche di toccare argomenti seri, come appunto il bullismo, o la solitudine di chi si sente emarginato per vari motivi (il caso di Alvin, amico di Norman alquanto sovrappeso) ma, per quanto la confezione sia di livello e sia apprezzabile il tentativo di realizzare un'animazione adulta, diversa dal solito, manca il lirismo e la profondità di Coraline stesso e di tanti grandi film di Tim Burton (Nightmare Before Xmas e, in misura minore, La sposa cadavere). Anzi, sembra prevalere in più momenti – nel racconto e anche nella raffigurazione un po' inquietante della strega con cui il protagonista ha a che fare – un gusto macabro e atmosfere cupe che sconfinano nella maniera e che non si addicono proprio a un pubblico di giovanissimi. Non solo: ma nella rappresentazione a tutti i costi della diversità e della bizzaria (Norman l'emarginato, la strega incompresa, la ragazza oca giuliva, il ragazzone un po' tontolone, l'amico cicciotto) si ravvede con evidenza il tentativo, chiarissimo sul finale, di mettere sullo stesso piano e semplificandole per un pubblico di ragazzini scelte e problematiche complesse come le preferenze sessuali o una diversità caratteriale, tesi che pare forzata e assai rischiosa proprio per il pubblico a cui si indirizza. La storia è improntata su quella di una favola per quanto gotica: Norman e Alvin, cui si uniranno anche la sorella di Norman, il fratello di Alvin e, ironia della sorte, proprio uno dei bulli della scuola, dovrà cercare di sventare la minaccia della terribile vendetta di una strega che venne bruciata duecento anni prima dalla città e ora vuole distruggerla per avere finalmente pace. Con gli zombi che scorrazzano per la strada principale (e che vengono presi per maschere di Halloween), Norman e i suoi amici dovranno affrontare pericoli di tutti i tipi per evitare la catastrofe. Finale trionfale, rovinato da una inspiegabile battuta sui gay che in un film per bambini c'entra come i classici cavoli a merenda.,Beppe Musicco