Il 5 luglio del 1982 Paolo Rossi, con una leggendaria tripletta, fu l’indiscusso protagonista della grande vittoria dell’Italia sul Brasile ai mondiali che si giocarono in Spagna, spalancando così la strada alla nazionale verso la finale. Il documentario di Michela Scolari e Gianluca Fellini, Paolo Rossi – L’uomo, il campione, la leggenda –  celebra la figura calcistica e umana di Paolo Rossi, la sua passione per il calcio, la sua determinazione fin da piccolo a voler diventare a tutti i costi un professionista, fino a diventare un simbolo del football nazionale e mondiale. È lo stesso Paolo Rossi a raccontare in prima persona le vicende più importanti della sua carriera ma viene un po’ di malinconia e ci si commuove pensando alla sua prematura scomparsa avvenuta nel dicembre del 2020.

Il racconto è idealmente diviso in due parti. Nella prima Rossi narra le tappe che lo hanno portato a salire i gradini del calcio professionistico. Gli esordi nelle squadre vicino a Prato, il passaggio nelle giovanili della Juventus, le tre operazioni al menisco quando aveva tra i 16 e i 17 anni e che avrebbero potuto comprometterne la carriera. Il passaggio al Lanerossi Vicenza dove esplose definitivamente e dove trovò nel presidente Giussy Farina una figura molto importante nella sua vita. Rossi racconta anche del doloroso periodo vissuto durante la squalifica di due anni per lo scandalo del calcio scommesse di cui lui si è sempre detto innocente. Quei due anni di stop potevano essere la sua fine e, invece, furono l’inizio di un nuovo percorso.

La seconda parte del documentario, la più corposa, è quella dedicata al suo rapporto con la Nazionale e con il ct Enzo Bearzot. Gli esordi nel 1977, la trasferta in Argentina nel 1978 (dove nasce il soprannome di “Pablito”) e poi la convocazione – nello scetticismo generale – per la spedizione del 1982. Solo Bearzot credette in lui – fermo praticamente da due anni – tanto da portarlo in Spagna contro il parere unanime di tutti i media. Il resto è storia con Rossi che dopo un inizio a dir poco stentato, ripaga la fiducia di Bearzot e diventa il protagonista assoluto con i tre gol al Brasile, la doppietta alla Polonia e il gol nella finale contro la Germania. Il documentario quindi diventa il racconto del trionfo di una squadra, di un gruppo di giocatori e di un Paese intero che stava attraversando un momento economico molto difficile, usciva dagli anni di piombo e aveva bisogno di riscoprire quello spirito patriottico che la vittoria della nazionale ha saputo dare trainata anche dalla presenza del presidente della Repubblica, Sandro Pertini.

Tanti i filmati d’epoca e le testimonianze raccolte a iniziare dai protagonisti di quel trionfo come Dino Zoff, Antonio Cabrini, Marco Tardelli, Giancarlo Antognoni. Compaiono anche, tra gli altri, grandi campioni come Pelé, Maradona, Rumenigge, Platini, Boniek, uomini delle istituzioni sportive come Franco Carraro e personaggi molto importanti per la vita di Rossi, come Giussy Farina. Da vedere, e non solo per gli appassionati di calcio…

Stefano Radice

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