L’illusionismo non è estraneo al cinema, fin dai tempi di Méliès o da quando Tony Curtis impersonava Houdini negli anni 50. Semmai il problema è che la magia al cinema non sembra mai abbastanza “magica”. Da questo punto di vista, bisogna ammettere che I maghi del crimine (il titolo inglese è più evocativo: “Ora mi vedi…”) centra il bersaglio: a guardare il film si resta incuriositi tanto quanto vedere David Copperfield che fa sparire la Statua della Libertà o che attraversa la Muraglia Cinese. La magia è una cosa seria, dopo tutto, e Louis Leterrier riesce a renderla oltremodo presentabile (tutti sappiamo che la ragazza incatenata nella vasca ce la farà, ma vogliamo lo stesso cercare di capire il come). Fin da subito i personaggi fan capire di che pasta son fatti: Daniel Atlas (Eisenberg) è un illusionista che ama farsi vedere da tutta la città; Merrit McKinney (Harrelson) è un mentalista senza troppi scrupoli; Henley Reeves (la Fisher) è un’escapista, abituata a sfuggire a qualsiasi lucchetto; infine Jack Wilder (Dave Franco) è un prestigiatore da strada che non disdegna i portafogli altrui. Ma quando, dal palcoscenico di Las Vegas annunciano che compiranno all’istante un furto di milioni di euro da una banca di Parigi, e questi svaniscono veramente durante lo show, l’ufficiale dell’Interpol Alma Dray (Melanie Laurent) e l’agente dell’FBI Dylan Rhodes (Ruffalo) iniziano a investigare, anche se non sanno letteralmente che pesci pigliare. La cosa è resa ancora più complicata dal fatto che i Quattro Cavalieri (così si fan chiamare) seguono le indicazioni di un personaggio misterioso, a loro stessi sconosciuto; e a marcarli con gli agenti c’è anche un famoso “disvelatore” di trucchi magici (Morgan Freeman). Per cui l’attenzione dello spettatore è attratta da più enigmi: come fanno a fare i loro trucchi i quattro? Chi c’è dietro questo complicatissimo meccanismo? Riusciranno gli agenti a incastrarli, visto che l’audacia e la sfacciataggine aumentano di colpo in colpo? Anche se il film preferisce confonderci con un uso vorticoso della steadycam piuttosto che approfondire maggiormente i personaggi, si resta comunque presi dal ritmo della storia e dagli effetti magici. Che gli attori si stiamo platealmente divertendo si vede comunque, e questo non può che contagiare anche chi guarda. Il divertimento è assicurato.,Beppe Musicco,