Usciti dalla clandestinità dove si erano rifugiati a seguito dei loro mirabolanti colpi, e con l’aiuto del detective FBI Dylan Rhodes (che tiene i contatti con chi tira i fili dell’intrigo, il fantomatico Occhio), i Cavalieri riappaiono sulla scena per denunciare il magnate corrotto Owen Case, che usa la tecnologia per rubare la privacy ai consumatori e venderla ai migliori offerenti. Ma l’impresa finisce nel disastro: gli smascheratori vengono smascherati, a cominciare da Dylan di cui cade la “protezione” nella polizia. I quattro Cavalieri – Atlas, McKinney, Jack Wilder e Lula May, la nuova ragazza del gruppo – si ritrovano oltre tutto misteriosamente a Macao, dove a sua volta si nasconde un ex socio di Case assetato di vendetta e con una certa propensione per i trucchi. Per riacquistare la libertà dovranno rubare per lui un prezioso e protettissimo chip…

Si parte da un incipit a inizio anni 80, sull’infanzia di Dylan e sulla morte del padre illusionista: qui si svela il motivo del suo odio per il “giornalista scettico” Thaddeus Bradley, nemico dei Cavalieri finito in carcere alla fine del primo episodio (e che ora vuol vendicarsi). È lo spunto iniziale e filo rosso del sequel del fortunato primo episodio, anche stavolta tanto complicato nei suoi snodi quanto divertente e vorticosamente ammaliante in trucchi e illusioni. Non tutto funziona alla perfezione e l’effetto sorpresa si è ovviamente dissipato, ma i personaggi sono molto più simpatici della media dei film di genere e non a caso, essendo interpretati da un gruppo di attori notevoli: dai “cattivi” veterani Micheal Caine (peraltro un po’ troppo trattenuto) e Morgan Freeman ai solidi Woody Harrelson (qui sdoppiato, c’è un anche un gemello perfido…) e Mark Ruffalo (che ormai può fare quel che vuole, dai film Marvel nei panni di Hulk ai film da Oscar come Foxcatcher), ai giovani rampanti Jesse Eisenberg (sempre più bravo, con un personaggio che ricorda il suo Mark Zuckerberg di Social network ma più simpatico), Dave Franco fratello del più noto James e Lizzy Caplan (che ha sostituito Isla Fisher come componente femminile della squadra), che porta in dote al film una vena di brio. Ma il colpo di genio è aver assoldato Daniel Radcliffe, alias Harry Potter, per fare il nemico dei “maghi”, ovvero un miliardario spregiudicato con la mania dei trucchi che li assolda per un pericoloso furto su commissione.

Now you see me 2, come il primo episodio, è il classico film che chiede allo spettatore  di sospendere l’incredulità e non farsi troppe domande, rispetto alla plausibilità di certi snodi; e se si sta al gioco, il divertimento è notevole. La trama, non sempre facile da seguire, è l’ultimo dei problemi: essendo un film sui “trucchi”, non dovrebbe essere così difficile pensare che niente è come sembra. Ed è una bella metafora del cinema: non a caso il trucco finale, che risolve la vicenda dei Cavalieri, avviene in un vero set; e sembra di vedere un backstage. Ci sarà tempo poi per un ultimo colpo di scena, che magari non spiazzerà chi ha capito l’antifona di questa franchise che mira a spiazzare e a stupire, ma che è arguta nel mutare segno a una frase sentita all’inizio del film di cui si svela il vero senso.

Antonio Autieri