Un film nato in famiglia. Non ti muovere di Sergio Castellitto è tratto dal romanzo Premio Strega 2002 , più di due milioni di copie vendute, della moglie Margaret Mazzantini. Una storia intensa, tesa, allegorica, una sceneggiatura che cattura il cuore del libro senza limitarsi ad illustrarlo. È il percorso a ritroso di un uomo, Timoteo (il suo nome significa “colui che onora Dio”), chirurgo affermato, che rischia di perdere la figlia quindicenne Angela per un incidente in motorino. Attraverso alcuni flashback Timoteo (Sergio Castellitto), ripercorre la sua vita: dalla sua infanzia abbandonata , alla violenza carnale da lui compiuta su Italia (Penelope Cruz), una popolana che vive in una periferia squallida e desolata, una sorta di Cabiria postmoderna che in seguito diventerà la sua amante, fino al rapporto con la moglie Elsa (Claudia Gerini), donna decisa e indipendente con la quale vive in una lussuosa villa.
Timoteo è un’anima divisa in due che non ha mai saputo scegliere: ha concepito un figlio con Italia, abortito dalla donna che morì proprio quando Elsa aspettava Angela. La maschera di marito e padre esemplare cade di fronte alla figlia in bilico tra la vita e la morte. Fino a che punto possiamo mentire a noi stessi? Quanto tempo si può vivere in letargo? Si svela così il volto di un uomo debole, vile, abietto, che vive fino in fondo il suo senso di colpa, mai confessato neppure a se stesso. E come in un romanzo di Dostoevskij, il senso di colpa, vissuto con sofferenza è il momento della verità che rivela la brutalità degli istinti, il disprezzo per il prossimo, la schiavitù della passione ma anche la forza del pentimento e la capacità di redenzione della fede ritrovata. Sino a ritrovare quel “senso della vita” che sembra non averne alcuno, come recitano le note di Vasco Rossi che accompagnano la colonna sonora del film.
Antonio Autieri