Dopo una sfilza di premi, dal Leone d’Oro alla 77ma Mostra del Cinema di Venezia al recentissimo Oscar al Miglior film, Miglior regia e alla Migliore interpretazione femminile per Frances McDormand, Nomadland arriva finalmente al cinema (e su Disney+, dal 30 aprile).

Delicatissima storia di dolore e memoria interpretata da Frances McDormand, con il suo film la regista Chloé Zhao ci porta in viaggio insieme a Fern, una donna di mezza età che dopo la morte del marito decide di lasciare la propria casa per viaggiare nelle immensità del deserto americano con il suo van. Una scelta estrema, quella della vita da nomade, che la porterà a incontrare personaggi fuori dal comune e a misurare l’impatto che l’esperienza della solitudine e della ricerca hanno sulla sua percezione del mondo.

Pochissime le parole di questa donna, che concentra le sue emozioni nello straordinario volto dell’attrice americana, capace col suo sguardo insieme dolce e malinconico di tenere in piedi una narrazione fatta di gesti e di silenzi, di incontri significativi e di un’esplorazione dolorosa nei punti più intimi della propria storia. Il ricordo della persona amata e ormai assente è un ingombro martellante nelle giornate della protagonista, che aggirandosi per le strade semideserte è alla ricerca non tanto di una risposta, ma di un approdo definitivo al quale aggrapparsi per ripartire.

I ritmi del film sono lenti perché lento è il percorso interiore da compiere, e se interessantissima è la riflessione condotta sulle condizioni di questi pionieri esploratori del ventunesimo secolo, ancora più commovente è il legame instaurato coi personaggi secondari: uomini e donne comuni, nei quali Fern intercetta di volta in volta una briciola di affinità, promessa di una risposta sempre mendicata e resa possibile solo da una rivoluzione di prospettiva sul proprio stesso passato. Di prospettive vive infatti l’intero film, che apre le sue immagini su panorami sempre diversi e affascinanti, come varia è l’umanità con la quale lei stessa a fatica si coinvolge.

Quieto e intensissimo viaggio nei sentieri scoscesi di un mondo interiore in perpetua lotta con un presente provocante, Nomadland conquista per la raffinatezza della sua messa in scena, per la profondità con cui mette in gioco temi attualissimi e per la forza delle interpretazioni.

Letizia Cilea