È Nomadland il film vincitore della 93ª edizione degli Oscar, al termine di una cerimonia che si è tenuta parte in presenza e con diversi protagonisti collegati da remoto. Il film di Chloé Zhao – premiata anche come migliore regista – ha sbaragliato la concorrenza di The Father, Minari, Mank, Promising Young Woman, Sound of Metal, Il processo ai Chicago 7. Un successo ampiamente previsto per la pellicola che, lo ricordiamo, ha vinto anche il Leone d’Oro all’ultima Mostra del cinema di Venezia. Nomadland si è aggiudicato anche un altro riconoscimento molto importante, quello a Frances McDormand come miglior attrice; per lei si tratta della terza statuetta dopo quelle vinte per Fargo e Tre manifesti a Ebbing, Missouri.
Proseguendo tra i premi, miglior attore è risultato il veterano Anthony Hopkins per la sua interpretazione in The Father (secondo premio dopo quello ottenuto con Il silenzio degli innocenti). Per quanto riguarda i non protagonisti, tra le attrici ha prevalso Yuh-Jung Youn per Minari e tra gli attori Daniel Kaluuya per Judas and the Black Messiah. A livello di sceneggiatura, The Father ha vinto per quella non originale mentre Una donna promettente (Promising Young Woman) si è aggiudicato l’Oscar per quella originale. Tra i film di animazione, come prevedibile, ha prevalso Soul e tra i film non in inglese, il danese Un altro giro.
Niente da fare per Pinocchio che era candidato per i migliori costumi e trucco, e niente da fare per la lanciatissima Laura Pausini che competeva per la miglior canzone. Di seguito tutti i premi:
Miglior film – Nomadland di Chloé Zhao
Miglior regia – Chloé Zhao per Nomadland
Migliore attrice protagonista – Frances McDormand per Nomadland
Migliore attore protagonista – Anthony Hopkins per The Father
Migliore attrice non protagonista – Yoon Yeo-jeong per Minari
Migliore attore non protagonista – Daniel Kaluuya per Judas and the Black Messiah
Migliore sceneggiatura originale – Emerald Fennell per Una donna promettente (Promising Young Woman)
Migliore sceneggiatura non originale – Christopher Hampton e Florian Zeller per The Father
Miglior film internazionale – Un altro giro (Druk) di Thomas Vinterberg (Danimarca)
Miglior trucco e acconciatura – Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson per Ma Rainey’s Black Bottom
Migliori costumi – Ann Roth per Ma Rainey’s Black Bottom
Miglior sonoro – Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés e Phillip Bladh per Sound of Metal
Miglior film d’animazione per Soul di Pete Docter
Miglior documentario – Il mio amico in fondo al mare (My Octopus Teacher) di Pippa Ehrlich e James Reed
Migliori effetti visivi – Andrew Jackson, David Lee, Andrew Lockley e Scott Fisher per Tenet
Migliore scenografia – Donald Graham Burt e Jan Pascale per Mank
Migliore fotografia – Erik Messerschmidt per Mank
Miglior montaggio – Mikkel E. G. Nielsen per Sound of Metal
Migliore colonna sonora – Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste per Soul
Migliore canzone – “Fight For You” (musiche di H.E.R. e Dernst Emile II, testo di H.E.R. e Tiara Thomas) per Judas and the Black Messiah
Miglior cortometraggio – Two Distant Strangers di Travon Free e Martin Desmond Roe
Miglior cortometraggio d’animazione – Se succede qualcosa, vi voglio bene (If Anything Happens I Love You) di Michael Govier e Will McCormack
Miglior cortometraggio documentario – Colette di Anthony Giacchino