Niente di nuovo sul fronte occidentale ci catapulta nel 1917, nel cuore della Prima guerra mondiale quando un gruppo di giovani tedeschi si arruola con entusiasmo, grazie alle lezioni patriottiche di un professore, nella convinzione di conquistare Parigi in poche settimana. Arrivate in trincea le reclute capiscono immediatamente che la realtà è drammaticamente diversa da quella che immaginavano e che li aspetta un presente e un futuro di morte…

Adattamento del capolavoro letterario e pacifista del 1929 di Eric Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale – prodotto da Netflix – è diretto dal tedesco Edward Berger ed è stato una delle sorprese delle recenti nomination agli Oscar con 9 candidature, tra cui miglior film, miglior film non in inglese e miglior sceneggiatura. Attraverso le vicende di Paul (Felix Kammerer) Berger ci mostra tutta l’insensatezza e la violenza di una guerra che tra il 1914 e il 1918 causò oltre 17 milioni di morti, di cui 3 milioni al confine tra Germania e Francia. E proprio la fascia terra a cavallo dei due Paesi fa da sfondo a questa storia drammatica in cui due eserciti si sfidarono e combatterono a sangue per conquistare di volta in volta poche centinaia di metri in una direzione o nell’altra.  Berger ci porta dentro le trincee, nel fango e nello sporco di quei cunicoli pronti a diventare tombe e luoghi di spietate battaglie così come ci porta nei campi di battaglia tra esplosioni di mortaio e violenti corpo a corpo in cui un’intera generazione di ragazzi cercava semplicemente di sopravvivere. Umanità molto poca; quella che si crea tra soldati tra una battaglia e l’altra (bella l’amicizia tra Paul e Katcz, cui dà il volto Albrecht Schuch) , in attesa di un nuovo assalto. Ma anche quella che improvvisamente si prova di fronte a un nemico agonizzante e che si è stati costretti a uccidere; un attimo, un barlume che però si affievolisce presto, descritto forse nella scena più toccante di tutto il film.  Da una parte i soldati, vera carne da macello, dall’altra i piani alti dell’esercito e della politica che fingono di non rendersi conto di quanto accade ai loro giovani militari e accecati dall’orgoglio comandano di non retrocedere e di continuare ad attaccare. Da questa mediocrità morale si discosta il diplomatico Matthias Erzbergher (Daniel Brühl), impegnato seriamente a raggiungere un armistizio con i francesi.

Non è la prima volta che Niente di nuovo sul fronte occidentale viene trasposto in un film; accadde la prima volta nel 1930 diretto da Lewis Milestone  e nel 1979 nella trasposizione di Delbert Mann ma la sua forza rimane sempre, tragicamente, molto attuale. Berger dirige con mano ferma un film intenso e coinvolgente su come la guerra trasformi e svuoti gli uomini, togliendo loro ogni sogno, anche quello prima o poi di tornare a casa. Si potrebbe obiettare che il tema era già stato affrontato da un capolavoro come Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick o dal più recente 1917 di Sam Mendes – solo per citare due titoli – ma la forza del messaggio è comunque forte e colpisce lo spettatore. Il film è disponibile su Netflix (peccato non averlo visto al cinema).

P.S. Una curiosità: Edward Berger in questi giorni sta girando a Cinecittà un thriller ambientato in Vaticano dal titolo Il Conclave. Protagonista del film è Ralph Fiennes; nel cast anche Stanley Tucci e Isabella Rossellini.

Stefano Radice

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