In concorso al festival di Cannes 2012 e vincitore di diversi premi della critica e in vari festival internazionali, Mud esce finalmente in Italia grazie al momento di gloria del suo protagonista Matthew McConaughey, che qui offre l’ennesima ottima performance nei panni di un evaso solitario e innamorato, un uomo fuori dalla legge e dalla società, misterioso, che proprio per questo attira inesorabilmente i due ragazzini avventurosi che lo incontrano nelle loro scorribande solitarie. Ellis e Neckbone hanno qualcosa dei giovani eroi di Mark Twain, un mix di innocenza ancora infantile e di indipendenza e spavalderia che nascono da condizioni familiari problematiche. Quello in cui vivono è un mondo dove la natura è affascinante quanto pericolosa, gli adulti poco affidabili anche quando benevoli, si deve crescere in fretta e si impara presto a guadagnare qualche soldo.

L’incontro con Mud potrebbe inizialmente apparire inquietante (il cinema americano ci ha offerto tante storie di ragazzi alle prese con evasi e delinquenti, a partire dallo psicopatico di La morte corre sul fiume) e di sicuro Mud è un uomo pericoloso e violento, ma il rapporto con i ragazzini, e con Ellis in particolare, cambia ben presto direzione anche grazie all’innesto di una trama romantica segnata dal destino e dalla contraddizione.,Complice il fatto che anche lui si sta innamorando per la prima volta (di una ragazza più grande, che un po’ ne è intenerita e un po’ lo prende in giro), Ellis diventa il “campione” non solo di Mud, ma anche della sua storia d’amore con la bella Juniper, che attende in un vicino motel di poterlo raggiungere.

Nichols si prende i suoi tempi per tratteggiare con precisione il mondo di Ellis e Neckbone, tra genitori che cercano in qualche modo di proteggere i figli da un futuro incerto, zii che si arrabattano in lavoretti e imbrogli (Michael Shannon, che era stato protagonista di Take Shelter, il precedente film del regista), e pistoleri misteriosi (Sam Shepard, nei panni di Tom Blankenship, vicino di barca di Ellis, e un tempo mentore di Mud).,La convincente interpretazione di Matthew McConaughey nei panni dell’evaso non è più una sorpresa, ma a conquistare in modo assoluto è il giovanissimo Ty Sheridan (che forse qualcuno ricorderà come uno dei figli di Brad Pitt in Tree of Life), un incredibile mix di naturalezza interpretativa, vulnerabilità e tenacia.

La forza del film, che procede pian piano con una spirale di violenza progressiva verso un’inevitabile resa dei conti, non è però soltanto l’ennesimo racconto di umanità drammaticamente segnate e perdute, quanto un coming of age che passa per la fascinazione per l’avventura e la violenza (in cambio del loro aiuto per riparare la barca della fuga i due ragazzini vorrebbero la pistola di Mud), ma anche per l’innamoramento romantico, l’illusione e la disillusione.,E pur non rifuggendo la violenza anche cruda, il film di Nichols evita la triste legge di certo cinema indipendente che pretende un esito inevitabilmente negativo, e non si limita a tratteggiare una parabola di esistenze segnate e perdute, aprendosi invece ad un imprevedibile speranza con un capovolgimento finale provvidenziale che non stona.

Il passaggio all’età adulta di Ellis (che prevede una quasi morte non tanto metaforica) segna forse la fine delle illusioni infantili, ma lo rende un uomo capace di affrontare la vita, affascinante e pericolosa quanto le paludi.

Laura Cotta Ramosino