Un buon cast, con due mostri sacri (Hoffmann e la Sarandon), un bravo giovane emergente (Gyllenhaal, che funziona nella parte del giovane goffo), una brava attrice in un piccolo ruolo (la Hunter); un tema “importante” (l’elaborazione del lutto: l’unica figlia di una coppia di mezz’età che viene uccisa), risvolti originali (i due si affezionano al ragazzo di lei che la doveva sposare, ma lui nasconde un segreto e i relativi sensi di colpa a non finire…). Eppure, cosa non funziona? Forse la recitazione un po’ fuori tono dei due genitori (troppo sereni e allo stesso tempo stravaganti, troppo nella parte dei “genitori che hanno perso un figlio”: erano più convicenti quelli de La stanza del figlio, In the Bedroom, Il figlio). E poi la storia che prende troppe pieghe e deviazioni (lui che si innamora di una ragazza che anch’essa ha un trauma alle spalle), incerta se prediligere il dramma o un misto di situazini dolorose e tragicomiche che non si amalgamano. Però non tutto è da buttar via, il protagonista sa rendere bene lo spaesamento di chi si ritrova in casa di una coppia di mancati suoceri cui non sa dare né conforto né compagnia; c’è una certa sensibilità nel trattare il dolore e sentimenti umani meno nobili (l’invadenza dei vicini, il rancore represso per le condoglianze ipocrite e gli imbarazzi formali). E se i dialoghi raforzano il senso di artificiosità del film (troppo frasi a effetto, neanche il film fosse tratto da una pièce teatrale), il rapporto silenzioso tra il giovane e Dustin Hoffman, che cerca di coinvolgerlo nel suo lavoro ha momenti pregevoli.

Moonlight Mile – Voglia di ricominciare
Scarica in PDFUn buon cast, con due mostri sacri (Hoffmann e la Sarandon), un bravo giovane emergente (Gyllenhaal, che funziona nella parte del giovane goffo), una brava attrice in un piccolo ruolo (la Hunter); un tema “importante” (l’elaborazione del lutto: l’unica figlia di una coppia di mezz’età che viene uccisa), risvolti originali (i due si […]