A cadenza settimanale Lee Gates (George Clooney) fa la sua apparizione negli studi di un canale televisivo di New York. Può essere decorato da collane vistose come un rapper o con l’accappatoio sgargiante di un pugile; ha due ballerine che si muovono intorno a lui, e dispensa con ironia e una compiaciuta arroganza consigli su come investire i propri soldi, con l’aria di chi sa come si svolgono le cose e come si fanno gli affari. In regia c’è la sua amica Patty (Julia Roberts) che ogni volta cerca disperatamente di farlo stare nei canoni della trasmissione, ma Lee si sente praticamente onnipotente e fondamentalmente gioca, inframmezzando i suoi discorsi con video ad effetto, suoni e musica. La finanza per lui è essenzialmente uno show business con cui divertirsi e affermare il proprio potere sull’audience. Ma quando un uomo armato di pistola irrompe nello studio e gli fa indossare un gilet imbottito di esplosivo, il gioco cambia.

Jodie Foster, memore del suo ruolo in Inside Man di Spike Lee (e probabilmente anche della lezione di Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet) approfitta con intelligenza della fama delle trasmissioni sul denaro, in un tempo nel quale chiunque può fare trading online dal proprio smartphone in qualsiasi momento della giornata, pensando solo ad arricchirsi e senza rendersi conto che i soldi possono svanire da un momento all’altro. È il caso di Kyle, l’uomo delle consegne, che ha giocato e perso tutti i risparmi che la madre gli aveva lasciato, 65.000 dollari, a causa della perdita in un solo giorno di 800 milioni della Ibis, società su cui aveva puntato. Gli esperti dicono che è stato un “glitch”, un errore informatico degli algoritmi che muovono gli investimenti delle grandi società, ma a Kyle questo non basta. Lui vuole risposte da Lee Gates e da Walt Camby, l’amministratore della Ibis, che però è in volo e irraggiungibile. La tensione viene abilmente giocata e ripartita tra Clooney, ancora una volta nel ruolo di un vanesio che si attacca a tutto pur di salvare la pelle e la Roberts, che cerca di giocare su tutti i campi: fermare la polizia che vorrebbe intervenire cruentemente, cercare Camby e suggerire a Gates i modi per tenere tranquillo Kyle.

A differenza del recente La grande scommessa, il cui tono drammatico era dato dalla contrapposizione tra chi ballava nella bolla speculativa e chi vedeva avvicinarsi il disastro, Money Monster gioca col cinismo degli spettatori, la corruzione della finanza e un certo humour nel quale Clooney è certamente maestro. La Foster ci dice che la morale è che morale non c’è: la finanza è così, fatta per far arricchire qualcuno a spese di molti. Si può svelare ma non tentare di cambiarla: chi ha i soldi continuerà a fare il bello e il cattivo tempo, e i mezzi di comunicazione saranno sempre al servizio del più forte. E quando tutto sarà finito, qualcuno ci avrà lasciato la pelle, qualcuno l’avrà scampata, ma tutti torneranno a pensare ai fatti loro: business as usual.

Beppe Musicco