Nonostante la confezione di lusso di quest’ultima fatica del buon regista Mike Newell (Quattro matrimoni e nun funerale”, “Donnie Brasco”), lo spettatore rischia di uscire dalla sala più deluso che soddisfatto. La sensazione che lascia il film, infatti, è quella di aver visto qualche cosa di incompiuto. ,Il contesto dell’opera è molto accattivante: in un college femminile ultraconservatore del Massachussets arriva una giovane professoressa di storia dell’arte (Julia Roberts) che, guidata da uno spirito ribelle e anticonformista, cercherà di indirizzare le sue allieve verso un futuro in cui loro, e soltanto loro, possano essere le vere protagoniste. ,Ma se da una parte sono interessanti i temi “tutti al femminile” messi sul tavolo, come l’emancipazione delle donne negli anni ’50, il desiderio di imporsi nella società come brillanti professioniste e non solo come cuoche o donne delle pulizie (significativa la frase dell’insegnante: “credevo di essere qui per insegnare ai leader di domani e non alle loro mogli”), il desiderio di riscatto in un mondo sempre più al maschile e molto altro, dall’altra il problema del film è che si limita a provocare senza approfondire, che getta molti sassi nello stagno ma poi si ferma mancando di coraggio. Il film osa, ci prova, ma poi si blocca lasciando l’amaro in bocca. ,In molti hanno scomodato paragoni con “L’attimo fuggente” di Peter Weir, ma a sproposito. In quel pur discusso film (molti i limiti “educativi” della figura del professore), infatti, c’era il tentativo di andare a fondo nella descrizione dei problemi legati alla crescita e alla conoscenza di se stessi, anche a costo di scelte forti e provocatorie da parte del regista e degli sceneggiatori; in “Mona Lisa Smile”, invece, come già detto, predomina un’aria di superficialità. Come punto comune tra i due film rimane solo l’ambientazione scolastica anni ’50. ,Vanno invece segnalate, e con grande lode, le interpretazioni delle protagoniste. Julia Roberts, che qui con il suo splendido sorriso ruba la scena a tutti e a tutte, è in forma smagliante, mentre le tre attrici “di contorno” ,(Julia Stiles, Kirsten Dunst e soprattutto Maggie Gyllenhaal) sono davvero brave e infondono un certo spessore ai loro personaggi. A queste occorre aggiungere anche la sempre brava Marcia Gay Harden, già interprete (e premio Oscar) nell’ottimo “Pollock” di Ed Harris. E a proposito di Pollock: una delle scene più belle del film è quando le ragazze si ritrovano improvvisamente ad osservare uno splendido quadro del famoso pittore americano. I loro occhi e stupiti e colpiti ci fanno capire quanto l’arte e la bellezza possano essere stupefacenti e suggestive, tanto da lasciare quasi increduli e ammutoliti di fronte a ciò che si sta guardando.,