L’unica difficoltà nel seguire il film sulla preparazione dell’ultimo concerto di MJ, (ultimo perché dichiarato da lui stesso come quello dell’addio al pubblico), è che si è nelle poltrone comode di un cinema in cui si è abituati a stare in silenzio. Invece verrebbe da cantare, da saltarci su, di mettersi a danzare come fanno magnificamente i ballerini che lo accompagnano come ombre. Per il resto si rimane coinvolti dalla musica e dalla persona, che tutti conoscono come dolce e fragile, ma della quale si scoprono anche la forza e la genialità. Sono due ore godibilissime, con una prima parte di interviste che creano l’attesa di vederlo all’opera, l’euforia dei ballerini scelti per accompagnarlo a cui Jacko chiede di partecipare… “ad un’opera che può salvare il mondo…”; la ricerca della spettacolarità si riflette in tutta la preparazione: dagli gli scenografi che possono permettersi di non badare a spese, al costumista che per inventarsi dei pantaloni che riflettano tutta la luce possibile coinvolge scienziati che stanno all’altro capo del mondo. E poi ci sono le prove dei pezzi in cui c’è una ricerca di perfezione quasi maniacale, che per Michael Jackson sembra naturale e irrinunciabile.,Dopo 10 anni di silenzio e di vicende pesanti come macigni, Michael Jacson si mostra in tutta la sua fragilità, con l’ aspetto smagrito che lo fa apparire un adolescente che ancora “deve farsi”, che parla e chiede sottovoce come per timidezza e sta davanti alle cose con lo stupore di un bambino. Così il pregio maggiore di This Is It è che non si fa apprezzare solo dai fan sfegatati, già introdotti al tipo di musica, ma per tutti quelli che in qualche modo apprezzano la bellezza. La gentilezza con la quale Jackson chiede con decisione la perfezione (senza mai tralasciare di ringraziare con “God Bless You”), la smania del massimo, di qualcosa che stupisca, che lasci il segno, non si legge come autocelebrazione ma come bisogno assoluto di bellezza da condividere, anche se l’impressione è di una persona con una dolorosa ferita che sanguina, che ha cercato di arginare o anestetizzare inutilmente e che ha trovato un momento di pace solo nella musica, sempre ballata con movimenti solo suoi, provocatori o non naturalmente umani, rimasti il suo marchio negli anni. In “Man In The Mirror” dice… «se vuoi rendere il mondo un posto migliore, guarda te stesso e fai un cambiamento…comincia a cambiare l’uomo nello specchio…» ed è quello che ha fatto con le innumerevoli plastiche, le case, gli stili della musica, cercando sempre qualcosa in più che sanasse la ferita.,Daniela Borghi

Michael Jackson’s This Is It
Le prove e i dietro le quinte dell’ultimo e mai realizzato tour di concerti di Michael Jackson.