Film in un certo senso istruttivo (anche se pochi lo vedranno: è facile immaginarne una difficilissima circolazione), perché mostra tutti i difetti del cinema indipendente e i possibili problemi che possono insorgere su un’opera cinematografica, pur animata da ottime intenzioni. E nonostante talenti artistici in abbondanza. Il regista e sceneggiatore di Margaret è Kenneth Lonergan, che si mise in mostra con il pregevole Conta su di me (2000), piccolo film con due nomination all’Oscar. Seguì questo progetto che, girato nel 2005, sarebbe dovuto uscire nel 2007: poi problemi nella fase successiva, al montaggio, portarono a una serie di cause legali tra regista, produzione e distribuzione. Problemi che sono però rimasti nella versione definitiva, nonostante al film ci abbiano messo le mani in parecchi (perfino Thelma Schoonmaker, la montatrice preferita di Martin Scorsese più volte vincitrice di premi Oscar). Praticamente, il film è stato sottratto – senza salvarlo – al povero Lonergan.,La storia non è, di per sé; originalissima: a New York dove vive e studia (poco); Lisa, ragazza che ha già parecchi problemi di suo (genitori separati, con padre lontano e distratto e madre attrice teatrale piena di sé e fragilissima), causa la morte di una donna, investita da un autobus il cui conducente è stato distratto dalla giovane. Afflitta dai sensi di colpa, per la morte della donna e per non aver raccontato tutta la verità (per non far licenziare l’uomo, e anche per non rivelare la sua parte di responsabilità), da un lato scivola in vortice di disagi, scelte infelici (la perdità della verginità a tutti i costi), rapporti sballati con le persone vicine a lei che aumentano la sua infelicità; dall’altro fa di tutto, spesso in modo goffo, per ristabilire la verità.,Già la scena dell’incidente è gestita malissimo: il pretesto per cui avviene è risibile, le scene successive sono un po’ splatter e parecchio da parodia alla Scary Movie. Pur con un cast di prim’ordine, il regista e sceneggiatore non riesce a equilibrare la folla di personaggi: Anna Paquin è brava nel ruolo di Lisa, pur se le vengono imposte fin troppe scene in cui perde il controllo e sbraita isterica; ma una serie di personaggi (i professori interpretati da Matt Damon e Matthew Broderick, il “colombiano” Jean Reno che corteggia la madre, soprattutto l’amica della vittima sempre sopra le righe) sono mal scritti e appaiono spesso superflui ai fini della storia (funzionano appena la madre J. Smith-Cameron e il conducente d’autobus Mark Ruffalo). Come sono inutili una serie di dettagli della storia, che allungano il brodo e la durata – inspiegabile, per un “piccolo” film drammatico – a due ore e mezza… Ultimo dettaglio incomprensibile, il titolo: nessun personaggio si chiama Margaret (tanto meno la vittima dell’incidente, il che avrebbe avuto un senso), che è invece la protagonista di una poesia citata fugacemente da un professore. Se ci si distrae un attimo, cosa non impossibile, si perde questo dettaglio non da poco.,Antonio Autieri

Margaret
Una ragazza causa involontariamente un incidente in cui muore una donna. I sensi di colpa acuiscono i suoi disagi adolescenziali