A Firenze vive Gemma, donna anziana indurita da malattia e solitudine (è appena rimasta vedova, l’unico figlio sta con la famiglia a Trieste) con la battuta pronta e tagliente. Angela, dolce e fiera al tempo stesso, è una giovane rumena appena giunta in Italia (desidera un figlio, ma intanto lavora per procurarsi i soldi che le permettano di ricongiungersi al marito rimasto in patria) che diventa la sua badante. Gemma inizialmente è diffidente e dura con lei, poi pian piano inizia ad apprezzarla (soprattutto per l’affetto che lega Gemma ai suoi familiari) e ad amarla come una figlia, pur nei consueti tratti burberi che attenua ma non annulla. Quando il marito di Angela, Adrian, dopo aver perso il lavoro non risponde più dalla Romania alle sue telefonate, la giovane parte verso il suo paese, accompagnata dall’anziana signora toscana…
Prodotto dalla Kairos Film già artefice di Come l’ombra di Marina Spada, l’esordio alla regia di Federico Bondi ha qualche tratto in comune con quel film. L’amicizia tra due donne molto diverse tra loro fin dalle origini, il viaggio alla ricerca di una verità dolorosa (anche se con un finale rappacificante e non forzato), la solidarietà tra solitudini: Mar Nero è un film che sa di vita vera e che ha i suoi pregi migliori nei toni malinconici (che non escludono battute sapide e argute), nei colori spenti, nelle musiche che accompagnano la storia più che nella storia stessa, semplice e non originalissima. Soprattutto la sua forza risiede nell’accoppiata di attrici: alla strepitosa, e premiata al Festival di Locarno, Ilaria Occhini (più apprezzata e utilizzata in teatro e sceneggiati tv che al cinema, che le ha dato occasioni minori rispetto alla sua bravura) si accompagna con la giusta verve la giovane Dorotheea Petre.
Antonio Autieri