Cultori del Grande Lebowski, esultate: il Drugo è tornato, anche se nelle insolite vesti di un ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti. Basato su un libro che pretende di raccontare fatti realmente accaduti, diretto da Grant Heslov (amico di Clooney e sceneggiatore di Good Night and Good Luck), L’uomo che fissa le capre fa tesoro della famosa citazione da L’uomo che uccise Liberty Valance (John Ford, 1962): “quando la leggenda diventa un fatto, stampa la leggenda”. Il film prende le mosse dal fallimento professionale e personale del giornalista Bob Wilton (Ewan McGregor), che intervistando un tizio, viene a sapere di un reparto speciale dell’esercito i cui membri potevano passare attraverso i muri e leggere nella mente del nemico. Il reparto si chiamava “Esercito della Nuova Terra” e a guidarlo c’era una sorta di hippie dall’evocativo nome di Bill Django (Jeff Bridges). Bridges interpreta Django con lo stesso habitus di Lebowski: treccia di capelli biondi, canotta indiana e tendenze psichedeliche (ossia, si sospetta che faccia uso di allucinogeni per giustificare le sue bizzarre teorie). Django si circonda di altri personaggi folcloristici, tra cui spiccano l’odioso Larry Hooper (Kevin Spacey) e la superspia Lyn Cassady (George Clooney) dai poteri sovrumani. Il film continua con una sorta di assurda spedizione in Irak, nella quale si imbarca il giornalista e dove incontra l’ex ufficiale (Clooney), senza mai capire se coi superpoteri Clooney ci è o ci fa, visto che sembra capace di dissolvere le nuvole con la forza del pensiero, ma non è capace di prevedere niente delle disavventure in agguato. Grottesca cavalcata in avventure inverosimili, con una spiccata tendenza satirica nei confronti dell’esercito più potente del mondo (ci sarà stato veramente il reparto di mentalisti? Mah), L’uomo che fissa le capre ha numerosi momenti molto divertenti, con un Clooney in gran forma e Ewan McGregor con la faccia giustamente stupita, quando si sente dire di avere di fronte uno Jedi.,Beppe Musicco