Tratto da un episodio vero avvenuto nella primavera del 2001, L’ultimo Crodino è uno spaccato della provincia del Nord Ovest italiano. Così almeno nell’intenzione del quasi esordiente Spinazzola, che pur con le difficoltà del caso – budget limitato in primis – ha buon gioco nel raccontare un’umanità di paese che da tempo sembrava essere scomparsa dal grande schermo, un’umanità fatta di piccole invidie, piccoli malumori, piccole gelose, piccoli sogni, come quello dei due protagonisti, la coppia inedita Tognazzi-Iacchetti, di mettere in piedi un’azienda agricola biologica. Il registro usato da Spinazzola è quello cioè dell’ironia leggera a stemperare un dramma vero, reale se non incandescente: i guai affettivi di “Pes”- Iacchetti da un lato; i debiti di Crodino-Tognazzi dall’altro. La strada è giusta e forse solo attraverso l’ironia si sarebbe potuto raccontare un rapimento tanto assurdo quanto cinematografico e culminante nella richiesta di riscatto inviata alla persona sbagliata, un omonimo del figlio di Cuccia. Ma il film funziona solo a intermittenza: la coppia Tognazzi/Iacchetti non farà le scintille ma hanno entrambi le facce e il tono giusto per assomigliare ai personaggi de I soliti ignoti. Un po’ meglio Tognazzi, che è più attore e ha maggiore esperienza, un po’ meno Iacchetti la cui prova cinematografica è meno disastrosa del compare Greggio ne Il papà di Giovanna di Avati, ma è ancora molto acerba e spesso tra le pieghe del suo personaggio fa capolino l’Enzino Nazionale. Varie pecche sono evidenti e appesantiscono la narrazione: la povertà di una messa in scena a dir poco ridotta all’osso, zeppa di errori e di anacronismi; alcune scelte stilistiche infauste (il pessimo incubo notturno di “Pes”), alcuni nodi di sceneggiatura non risolti. E poi i personaggi secondari: che dire ad esempio del barista interpretato da Vergassola o dei colleghi di lavoro di “Pes” ? Per non parlare dei continui riferimenti al comitato NO TAV, i cui simboli e striscioni sono presente un po’ dappertutto come uno dei tanti marchi pubblicitari che da qualche anno a questa parta affollano vistosamente i set di molti film Made in Italy. Forse per meglio localizzare la regione, bastava dedicarsi un po’ di più alle bellezze dei monti e dei villaggi di laggiù: sarebbe stato più utile anche alla crociata contro l’alta velocità e sicuramente più elegante. ,Simone Fortunato

L’ultimo Crodino
Due amici alla ricerca disperata di denaro si imbarcano in un surreale rapimento: quello della salma del banchiere Enrico Cuccia