L’ombra del giorno è ambientato in una città di provincia nel 1938. Luciano è un ex militare della prima guerra mondiale, ferito a una gamba, che gestisce un ristorante in centro. È simpatizzante del fascismo e amico del funzionario di regime Osvaldo. Un giorno, davanti all’ingresso, si presenta Anna, una ragazza in fuga da qualcosa, che gli chiede ospitalità e lavoro. Ha studiato ed è molto sveglia; tra lei e Luciano nasce qualcosa che, però, viene messo in discussione quando irrompe Emile, il marito di Anna…
Era dal 2016 con Questi giorni che al cinema non usciva un nuovo film di Giuseppe Piccioni. L’ombra del giorno è ambientato ad Ascoli Piceno, città natale del regista, e si svolge quasi esclusivamente nei locali del ristorante e nella piazza di fronte, la centralissima Piazza del Popolo. Dalla trama si desume che il film sia sostanzialmente un melò, una storia d’amore ai tempi del fascismo tra Luciano (Riccardo Scamarcio) e Anna (Benedetta Porcaroli). Il tema sentimentale c’è, indubbiamente; tra i due protagonisti nasce una storia intensa ma trattenuta e quasi impossibilitata a concretizzarsi. Una storia fatta di sguardi, frasi e puro sentimento. Ma sarebbe sbagliato limitare L’ombra del giorno a questo aspetto. Giuseppe Piccioni racconta e descrive uno spaccato dell’Italia di quegli anni. Un Paese in cui il fascismo ha condizionato le vite, generato simpatie e adesioni ma anche timori e contrapposizioni. Importante nel racconto è la figura del funzionario fascista Osvaldo (Lino Musella) che riesce in modo efficace a esercitare il suo potere e la sua prepotenza datagli dal ruolo; la gente lo teme e lui ne è consapevole. Ne viene fuori così un quadro credibile della provincia alla vigilia della seconda guerra mondiale.
Convince molto l’interpretazione di Riccardo Scamarcio, anche produttore del film. Il suo è un personaggio che ha combattuto, sofferto e che si è chiuso nella sua solitudine; è vicino al regime di cui apprezza le tante opere pubbliche ma lentamente se ne allontana con piccoli gesti, senza dichiarazioni eclatanti, grazie alla vicinanza di Anna. Una recitazione molto misurata, una prova di maturità artistica. Anche Benedetta Porcaroli dimostra il suo talento recitativo nel ruolo di questa ragazza ebrea e antifascista, che si deve nascondere quando vengono promulgate le leggi razziali. Se Luciano sembra imperturbabile e impassibile, Anna è molto più emotiva e passionale, talvolta un po’ sopra le righe, e non nasconde idee e sentimenti. L’aspetto debole del film è nel personaggio di Emile, marito segreto di Anna, cui Waël Sersoub non riesce a dare uno spessore convincente e che viene relegato, però, anche a un ruolo marginale. Al netto di una durata forse un po’ troppo lunga (128 minuti) e di un tono a talvolta un po’monocorde, L’ombra del giorno è un film delicato che conferma la sensibilità registica di Piccioni.
Aldo Artosin
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