È vero: non è il film migliore dei fratelli Farrelly. “Lo spaccacuori” è una spanna sotto il delicato “Amore a prima svista” e almeno due sotto “Fratelli per la pelle”. La sceneggiatura, tratta da una pièce di Neil Simon e aggiornata all’oggi è piuttosto prevedibile, anche se non mancano momenti molto scorretti e divertenti. La sequenza iniziale con due fratelli gemelli (forse i fratelli registi da bambini?) che motteggiano e incalzano il povero Ben Stiller alla ricerca dei suoi gusti sessuali; oppure alcuni piacevoli siparietti tra Stiller e la Akerman che interpreta la bionda moglie un po’ fuori di testa che il povero single è andato a sposare. Una battuta corrosiva sui gay (e forse è anche per questo che la critica cinematografica gay italiana ha massacrato il film), una bella colonna sonora, compreso un vecchio classico di Springsteen cantato a squarciagola e quasi interamente dagli sposini. E una scena, incredibilmente trash, con protagonisti i due coniugi e una medusa in spiaggia. I fratelli Farrelly da sempre hanno associato il proprio nome a una volgarità spinta e scorretta, sin dai tempi del grande successo di “Tutti pazzi per Mary”. Hanno creato una moda, seguita da un po’ tutti i registi di commedie, compresi gli autori di “Mi presenti i tuoi”, non meno volgare di questo come di altri film farrellyani. Più che una moda, i due fratelli hanno forse trovato la scorciatoia giusta per entrare nei gusti del pubblico e solleticarne i più bassi istinti, procedendo per accumulo di situazioni, personaggi, equivoci per arrivare alle situazioni più assurde. Ma a differenza di tanti altri registi comici contemporanei, i due sanno girare e hanno senso del ritmo e dell’azione, percepibili anche in un film non del tutto riuscito come “Lo spaccacuori”. ,Simone Fortunato