Un padre (Casey Affleck) e una figlia undicenne, Rag (l’esordiente Anna Pniowsky), in una tenda alla luce di una torcia si raccontano storie prima di dormire. Lei non vuole una storia che parli di lei, lui s’inventa un’improbabile variante della vicenda dell’Arca di Noè. Sembra una scena normale, una vacanza in campeggio e invece i due sono isolati per scelta e questo è solo l’inizio di un viaggio incerto e senza meta in un futuro distopico non troppo lontano, in cui un virus ha spazzato via quasi tutta la popolazione femminile. Rag è un’eccezione, quasi un miracolo: la sua mamma non ce l’ha fatta e lei, che al momento dello scoppio dell’epidemia era poco più che neonata, non se la ricorda più se non per i racconti del padre.

Padre e figlia vivono in movimento nei boschi, solo quando necessario si avvicinano ai centri abitati per rifornirsi di cibo, che si può acquistare in appositi dispensari federali. Il mondo di fuori si sta riorganizzando ma di donne non se ne vedono e il padre ha troppa paura che alla figlia possa succedere qualcosa per fidarsi. Rag, infatti, proprio per il suo essere femmina, rischia ogni giorno di diventare la preda di qualcuno e per questo deve viaggiare sempre camuffata da maschio; un espediente sempre più difficile da portare avanti man mano che cresce. Rag, infatti, sta crescendo, fa domande, e non si accontenta di risposte semplici: vorrebbe una casa, un letto vero, dei vestiti da femmina. E tra poco, se ne rende conto anche il papà, diventerà donna e toccano a lui le maldestre spiegazioni del caso.

Affleck confeziona (è sceneggiatore, oltre che regista e interprete) una storia nel genere post-apocalittico de La strada, ma perseguendo una strada di realismo estremo, dove i momenti di intimità e tenerezza si alternando a quelli di tensione e pericolo, anche se la violenza vera e propria si scatena solo negli ultimi minuti del film. L’attore-autore trasfigura invece la sua esperienza come genitore single in una vicenda apocalittica e insieme molto intima. Padre (che non ha un nome, ma è definito primariamente dalla sua funzione di genitore) e figlia sono persone normali che devono andare avanti in un mondo mutato profondamente, non eroi eccezionali che salvano il mondo.

Al centro della storia, infatti, c’è un dilemma comune ad ogni genitore nel momento in cui i figli arrivano a un’età in cui cercano l’indipendenza: il desiderio primario di proteggerli e la necessità di lasciarli andare. È una sfida enorme, che Affleck racconta con sensibilità, anche grazie alla grande chimica che si è creata tra lui e la giovanissima interprete di Rag, Anna Pniowski, un’esordiente trovata dopo un gran numero di provini.  Ma, a sorpresa, sarà proprio la tragedia che irrompe nel finale a dimostrare al padre che Rag ha imparato la lezione che lui ha cercato di insegnarle, e che forse i rapporti tra loro sono pronti per aprirsi e cambiare.

Laura Cotta Ramosino

Antonio Autieri e Beppe Musicco presentano il film in vista del passaggio a La Febbre del Lunedì sera

Il trailer ufficiale