Dopo aver ideato il fortunatissimo Saw (2004), per diversi anni il regista James Wan ne ha sfruttato il successo, in veste di produttore esecutivo dei sequel; dietro la macchina da presa, tuttavia, Wan ha preferito seguire una strada differente, lasciandosi alle spalle lo splatter e le situazioni estreme che caratterizzavano quel modello, per mettersi alla prova con horror di stampo più canonico. Tale percorso lo ha condotto a esplorare topoi e soggetti sempreverdi del genere, con l’intento di dar loro nuova linfa e omaggiare l’opera di predecessori più o meno illustri (Argento e Lynch su tutti, ma i riferimenti sono molti). ,Nel caso de L’evocazione, come già nel precedente Insidious (2010; il secondo capitolo uscirà nelle nostre sale a novembre), la trama ruota attorno al luogo comune della casa infestata: gli ignari coniugi Perron vi traslocano assieme alle loro cinque figlie, ma tra porte che sbattono, orologi che si fermano, sussurri minacciosi e apparizioni inquietanti, nel giro di pochi giorni il nuovo alloggio si trasforma in un incubo. Urge l’intervento di esperti: chi meglio di Ed e Lorraine Warren, gli investigatori dell’occulto più famosi degli Stati Uniti?,Il film, come pubblicizzato da trailer e locandine e specificato chiaramente nell’incipit, è tratto da una storia vera; lui unico demonologo laico riconosciuto dalla Chiesa Cattolica, lei chiaroveggente, i Warren sono la coppia che in passato ha fatto molto parlare di sé per l’indagine relativa alla casa stregata di Amityville e, tra migliaia di casi affrontati, quello dei Perron sembra essere stato per loro il più sconvolgente. Fin dall’apertura, la pellicola assume a tratti un taglio quasi documentaristico che rafforza la pretesa di realismo, ma la riflessione sull’effettiva veridicità degli eventi narrati non si spinge troppo oltre, perché regista e sceneggiatori preferiscono che il coinvolgimento dello spettatore avvenga su un piano più soggettivo. Il pubblico è portato a empatizzare con i protagonisti e la sensazione di vulnerabilità e impotenza che li attraversa; da Carolyn Perron, “anello debole” della vicenda, a Ed, preoccupato per la sicurezza della moglie, a Lorraine, esposta più di tutti ai colpi dell’entità maligna.,Abile ed elegante nel manovrare la mdp, Wan snobba la grafica computerizzata e utilizza la scenografia (totalmente costruita ad hoc, compreso l’albero in giardino) come principale fonte di terrore, rievocando cult movies come Poltergeist, Amityville Horror , la serie di Paranormal Activity, il recente e meno riuscito 1921 – Il mistero di Rookford e, perché no, anche La Casa. Nella seconda parte, le spiegazioni teologiche fanno emergere anche una possibile affiliazione al filone degli esorcismi, ed è pressoché impossibile non pensare a L’esorcista e a The Exorcism of Emily Rose. Interessante l’uso di effetti sonori e musiche, realizzate quasi interamente da Joseph Bishara, ma comprendenti anche brani preesistenti dalle sonorità anni Settanta.,Rispetto al resto del film, la risoluzione finale appare un po’ ingenua, ma il messaggio (per una volta) è positivo. Nel complesso, comunque, si tratta di un horror di ottima fattura, che decisamente sa spaventare, mantenendo una certa credibilità.,Maria Triberti

L’evocazione – The Conjuring
Una famiglia si trasferisce in una villa di campagna, scatenando l’ira di oscure presenze: due famosi demonologi si occupano del caso.