Feng Wanyu e Lu Yanshi sono sposati nella Cina degli anni 60, in piena Rivoluzione culturale, il periodo in cui gli “intellettuali” erano visti come pericolosi e venivano “rieducati” mandandoli a coltivare la terra. Lu Yanshi è, per l’appunto, un intellettuale, in quanto professore universitario oltre tutto colpevole di conoscere le lingue straniere (ha anche vissuto all’estero): inviato lontano in un campo di rieducazione, in sua assenza la figlia adolescente viene “rieducata” anch’essa, ma all’ideologia del partito comunista e all’odio per il padre. Che del partito è considerato un nemico. Per star dietro alle promesse di carriera nella danza, la ragazza viene convinta a denunciare il padre che si è allontanato dal campo ed è ricercato dalla polizia, che lo arresta grazie alla delazione della ragazza. Anni dopo, quando torna a casa, l’amata moglie ha perso la memoria e il senno, distrutta dal dolore: attende il suo ritorno ma, quando appare, non lo riconosce più. ,Ispirato molto liberamente a un romanzo della scrittrice Yan Geling, il nuovo film di Zhang Yimou – presentato fuori concorso a Cannes 2014 con il titolo internazionale Coming Home – riforma una coppia storica del cinema cinese: quella del regista di Lanterne rosse e della sua interprete Gong Li, con cui fu legato anche sentimentalmente; questo è il loro ottavo film realizzato insieme. Yimou, da anni considerato autore vicino all’attuale governo per aver lavorato per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino e per aver diretto film storicamente rassicuranti, tocca un tasto dolente della società cinese: la Rivoluzione culturale, appunto, che dopo gli anni dell’adesione fanatica fu oggetto di totale contestazione già dagli anni 70; la distanza da quei fatti permette uno sguardo ancora più severo. Del suo film però si apprezza non solo l’illustrazione di un periodo storico comunque poco noto a tanti occidentali, specie i più giovani, in cui una figlia poteva denunciare il padre, ma soprattutto il lato intimo e “privato”. La storia d’amore tra i due coniugi che resiste paradossalmente al tempo e all’oblio della moglie – metafora della “cancellazione” dell’identità di chi doveva venire rieducato e allontanato dagli affetti – è commovente e straziante. Commuove vedere la donna tornare tutti i giorni in quella stazione dove si erano dati appuntamento e dove non si incontrarono a causa del suo arresto, fedele a un biglietto del marito, e commuove vedere l’uomo – che non è stato riconosciuto dalla moglie – che la guarda da lontano e soffre, che cerca di farsi riconoscere leggendole le lettere scritte in prigionia e mai potute spedire, mostrandole vecchie foto e suonando al piano motivi a loro cari. Ma che sa anche, straziato, accettare la malattia della moglie, nonché perdonare la figlia con i suoi sensi di colpa. Un amore grande fino al sacrificio di sé, raccontato con sobrietà in un melodramma in cui i sentimenti sono trattenuti e punteggiati da una musica toccante, grazie anche alle interpretazioni degli ottimi protagonisti, in particolare una Gong Li mai così intensa.,Antonio Autieri

Lettere di uno sconosciuto
Negli anni della Rivoluzione culturale in Cina, un uomo viene allontanato dalla famiglia.